RomaIl Pdl fa quadrato per evitare i tagli alle grandi opere, ufficializza il metodo collegiale per le scelte di politica economica e non esclude nemmeno il condono. Ieri al vertice del partito di maggioranza sul decreto sviluppo è stato deciso che il ministro Paolo Romani coordinerà i lavori sul provvedimento e metterà insieme le proposte dei colleghi. In particolare quelle del responsabile alle Infrastrutture Altero Matteoli, di Renato Brunetta sul fronte della sburocratizzazione, ma anche del ministro dellEconomia, che era stato accusato dai colleghi di volere monopolizzare il decreto. Via XX settembre è al lavoro per la cessione degli immobili pubblici e la liberalizzazione dei servizi pubblici.
Nel merito, a tenere banco al vertice con il premier Berlusconi, i vertici del Pdl e i capigruppo Gasparri e Cicchitto, è stato il nodo infrastrutture e il modo per evitare il taglio dei Fas (fondi aree sottosviluppate) che sottrae 3,8 miliardi alle grandi opere. Lobiettivo è mantenere intatti gli stanziamenti. Poi ci sono le infrastrutture da realizzare e uno dei pochi punti fermi sono gli sgravi fiscali per i privati che parteciperanno alla realizzazione di ponti, strade e soprattutto di infrastrutture energetiche.
Il provvedimento sarà varato il 20 ottobre. Tempistica non casuale. Il 15 infatti è in agenda la legge di stabilità e solo dopo si saprà se ci sono nuove risorse per rilanciare lo sviluppo. Per trovarle a breve le alternative sono poche: pensioni, patrimoniale e anche un condono.
Spunta il condono per finanziare infrastrutture e riforma fiscale
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