Spunta la turbativa d'asta: "Malangone-Catella-Tancredi spartivano le aree pubbliche"

Nuove accuse e nuovi indagati. La Procura: "Il trio pilotava i bandi, emerge dalle chat"

Spunta la turbativa d'asta: "Malangone-Catella-Tancredi spartivano le aree pubbliche"
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Ci sono "nuovi elementi di prova" che sono "gravemente e precisamente indizianti di loro condotte di turbativa d'asta" su Manfredi Catella, Giancarlo Tancredi e Christian Malangone. Nuovo fronte, nuova ipotesi di reato e nuovi indagati, che lievitano con ulteriori iscrizioni oltre i già risaputi circa 75, nella maxi inchiesta sull'urbanistica. I pm Petruzzella, Filippini e Clerici, del pool dell'aggiunto Tiziana Siciliano, mettono tutto nero su bianco in uno dei ricorsi in Cassazione (udienza il 12 novembre) contro le revoche degli arresti di luglio-agosto.

Il nuovo capitolo dell'inchiesta riguarda presunti illeciti per l'aggiudicazione di immobili e aree della città, emersi per la Procura dalle chat tra il ceo di Coima, l'ex assessore e l'attuale dg del Comune. Il "sistema" avrebbe avuto "ad oggetto l'obiettivo di Catella di aggiudicarsi", a "condizioni urbanistiche illegittime" da lui stesso "pretese e dettate all'assessore Tancredi e al direttore generale Malangone", immobili e terreni del "patrimonio del Comune". Gli "approfondimenti investigativi", tra novembre 2024 e agosto scorso, sulle chat avrebbero fatto emergere il "fenomeno collaterale della spartizione organizzata delle aree e degli immobili del patrimonio pubblico del Comune e di altri enti". In particolare le "aree degli Scali ferroviari, acquistate da Coima e altri privati, piazze, ad esempio piazzale Loreto, diversi edifici di pregio del patrimonio" pubblico. Anche i casi di turbativa, spiegano i pm, ruotano intorno ai "pareri della Commissione paesaggio", con i membri indagati, tra cui l'architetto Alessandro Scandurra. Malangone, tra l'altro, risultava già indagato per induzione indebita sulla vicenda del Pirellino (con lo stesso Giuseppe Sala). Catella, si legge, si sarebbe aggiudicato gli immobili del Comune di "largo De Benedetti, via Messina 53 e via Cenisio e via Messina 50", che erano "oggetto degli incarichi di due diligence e di studio di fattibilità, conferiti a ridosso dallo stesso Catella a Scandurra (almeno uno dei progetti di sviluppo immobiliare, quello vicino al Monumentale, non è andato a buon fine, ndr)". Le trattative tra Coima e Scandurra per "tali incarichi", scrivono i pm, erano iniziate "nel febbraio 2022, quattro mesi prima della pubblicazione del bando di vendita delle stesse aree da parte del Comune". Con accordi poi conclusi tra settembre 2022 e ottobre 2023.

Nel ricorso di 36 pagine la Procura riporta infine i motivi per i quali chiedono che la

Suprema corte annulli con rinvio ad un nuovo giudizio del Riesame. I giudici avrebbero considerato singoli episodi e non il sistema: avrebbero "smontato l'orologio per dimostrare che nessun singolo ingranaggio è un orologio".

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