Squadre di robot calciatori si sfidano sul campo

Sono arrivati i robot calciatori. Palleggiano, dribblano, crossano, segnano: tutto grazie a un pallone speciale che emette raggi infrarossi. Ma saranno davvero in grado di fare gioco di squadra? E con il fair play come la mettiamo? Se un robot si fa male l’altro interrompe l’azione oppure prosegue?
Sono questi alcuni degli interrogativi ai quali l’edizione 2010 della Rome Cup cerca di dare risposta in questi giorni. La manifestazione, giunta quest’anno alla quarta edizione, è promossa dalla fondazione Mondo Digitale. Ieri l’inaugurazione nell’aula magna dell’istituto Galileo Galilei di via Conte Verde. Finali e premiazioni avranno luogo domani nella sala della Protomoteca in Campidoglio.
A sfidarsi in un torneo di pallone davvero unico nel suo genere sono gli automi progettati e assemblati dagli studenti. L’idea arriva da un gruppo di ricercatori giapponesi che per promuovere la ricerca sull’intelligenza artificiale ha deciso di fare leva sul calcio: entro il 2050, stando alle loro previsioni, un team di robot antropomorfi sarà in grado di battere la squadra vincitrice della Coppa del Mondo. Diverse le categorie in gara nella Capitale nel corso della manifestazione.
Per la Robocup Mediterranean Open, riservata ai team universitari, scendono in campo i robot Nao, protagonisti delle scorse robo-olimpiadi romane. Alto circa mezzo metro, dotato di gambe, braccia, mani e un paio di occhietti espressivi, Nao è un robot umanoide in grado di giocare a calcio senza controllo esterno. La RoboCup 2010 vede affrontarsi invece gli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado. I vincitori si aggiudicheranno l’accesso ai mondiali di robotica in programma quest’anno a Singapore. Sul terreno di gioco vengono schierati dei robot dotati, tra le altre cose, di una bussola elettronica che serve loro a orientarsi nonché a evitare di fare autogol.
Ma non è solamente il calcio a farla da padrone. La manifestazione comprende delle gare di ballo alle quali partecipano i robot danzatori. Gli automi si muovono a ritmo di musica eseguendo vere e proprie coreografie. Spazio infine ai robot soccorritori per i quali è stato concepito un percorso di gara apposito. Programmati per intervenire in ogni situazione di emergenza, dai terremoti agli attacchi terroristici, i «rescue» robot possono avanzare tra le macerie superando ostacoli di varia natura e grazie a sensori speciali sono anche in grado d’individuare le vittime.
Ieri poi in occasione della giornata inaugurale è stata allestita un’area dimostrativa nell’atrio dell’istituto Galilei dedicata alle applicazioni sociali, mediche e didattiche della robotica e alla ricerca sull’intelligenza artificiale.

Tra gli altri erano presenti il robot «battimani», progettato per aiutare i bambini disabili, e il robot terapista dell’università Campus Biomedico di Roma per la tele-riabilitazione degli arti superiori in pazienti neurologici.

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