«Stabilizzati 1.886 precari della ricerca»

da Milano

Sono 1.886 i precari della ricerca che potranno essere «stabilizzati», avere cioè un contratto stabile. Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, riferendo l’esito di un incontro avvenuto con i presidenti di 33 enti di ricerca italiani. «La realtà è semplice - ha detto il ministro -: sono 1.886, lo dicono i presidenti degli enti di ricerca, che hanno i requisiti secondo la legge Damiano-Prodi-Nicolais, del precedente governo, che potrebbero essere trasformati in contratti a tempo indeterminato perché svolgono funzioni non variabili, non momentanee, ma strutturali».
Sottolineando che questi lavoratori «li assumeranno, se avranno le risorse, gli enti da cui dipendono», Brunetta ha spiegato che «ciascun presidente mi ha illustrato la situazione del proprio ente. Loro hanno individuato un certo numero di contratti di lavoro a termine che secondo l’attuale legge potrebbero già essere trasformati in contratti a tempo indeterminato, che sono 1.886, appunto. Io - ha proseguito - non ho fatto altro che prendere atto di questo e dire che il ministero rispetto alle loro esigenze, ai vincoli finanziari e alla pianta organica, guardava in maniera favorevole a questo nuovo atteggiamento nei loro confronti. Altra cosa - ha rilevato - sono i contratti di lavoro a termine legati a progetti, temporanei, che quindi non sono stabilizzabili».

Brunetta ha invitato a dire «basta alle strumentalizzazioni sulle pelle dei giovani ricercatori. Questi sono i numeri, non sono né 30mila, né 40mila, né 50mila, gli stabilizzabili, sono 1.886 sulla base di leggi che non ho fatto io».

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