
"Invece che vendere San Siro vendete Palazzo Marino". "Beppe Sala svendi casa tua. San Siro è dei cittadini". "I beni pubblici non si vendono". "No ai bulli del mattone" recita lo striscione di Rifondazione. Mentre in aula vanno in scena gli interventi dei consiglieri comunali sulla vendita dello stadio, comitati, partiti e singoli cittadini manifestano davanti a Palazzo Marino. Al presidio anche il centri sociali al grido di "giù le mani dalla città", tra cui il Leoncavallo.
Con cartelli in mano e kefie al collo - sempre in piazza Scala ci sono le Tende per Gaza, la protesta permanente lanciata da Usb, associazioni palestinesi, Potere al Popolo, gli studenti di Cambiare Rotta e Osa- contesta l'amministrazione, sindaco in primis, per un'operazione bollata come una "sciagura per questa città, perché significa la svendita dello stadio a fondi esteri di cui non si conoscono i terminali", dice Erika Rodari della Rete dei comitati milanesi. Ma l'abbattimento del Meazza per molti è " un enorme danno ambientale, economico e urbanistico per la città". "Fermatevi" urlano i consiglieri 5Stelle. Unanime il giudizio: La delibera "fa solo un favore alle squadre. Non ci sono motivi reali per farlo se non la speculazione che faranno le squadre intorno al nuovo stadio" dicono i presenti.
"Questa vicenda dello stadio per il sindaco Sala sarà peggio del Salva Milano", vaticina Luigi Corbani, già vicesindaco di Milano negli anni Ottanta, oggi presidente del comitato "Sì Meazza" che ha fatto un esposto alla Procura che sollevava preoccupazioni sulla regolarità della procedura di vendita e sulla congruità del prezzo - pari a 197 milioni di eruo da stima dell'agenzia delle entrate, scontati di 22 milioni per i costi di bonifica - su possibili danni erariali per il Comune.
La Procura ha aperto un'indagine conoscitiva, con fascicolo senza indagati, per verificare la trasparenza della procedura e l'eventuale pregiudizio alle casse pubbliche, considerando anche la possibile inalienabilità dello stadio come bene pubblico. Tra i dubbi che hanno fatto vacillare fino all'ultimo il via libera sono il prezzo di vendita, la lo sconto sulla bonifica ovvero la compartecipazione del Comune alle spese di bonifica, così come prevede la legge sugli stadi. Ma anche la relazione del Comitato legalità del Comune , presieduta da Nando della Chiesa, che ha messo in luce i rischi di infiltrazioni mafiose nei lavori per il nuovo impianto. Proprio per questo è stato votato un emendamento che prevede l'inserimento di una white list di imprese pulite. Lo scudo penale per le squadre, clausola richiesta da Milan e Inter per proteggerli da eventuali procedimenti penali che potrebbero sorgere dopo la stipula del contratto.
Ma cosa prevede il progetto? Innazitutto un nuovo stadio da 71mila posti a sedere, disegnato da Norman Foster e Manica, il Mezza rimarrà in piedi fino al 2031: ospiterà il 6 febbraio la cerimonia di apertura dei Giochi e le partite finchè il nuovo impianto non sarà pronto, per poi essere abbattuto. Del Meazza verrà conservata una parte della curva sud che ospiterà le sedi dei club. Sull'area di 281mila metri quadrati, 80mila saranno destinati a verde.
Tutto intorno uffici per 43mila metri quadri, ristoranti, un hotel per 20mila metri quadrati e 16mila parcheggi sotteranei. Il tunnel Patroclo verrà distrutto e ricostruito per distanziare maggiormente le case di via Tesio dal Meazza bis.