Cronaca locale

La staffetta partigiana che diventò “scrittore”

Apre sabato a Palazzo Litta la mostra «Intervista con la storia»

L’11 settembre ha segnato il grande ritorno. Oriana Fallaci, polemiche su Islam e integrazione, con il mondo a specchio nella sua Grande Mela. Poi il 15 settembre 2006 il suo ultimo giorno. Oggi a un anno, la Fallaci ritorna come è sempre stata. Fedele all’immagine che si è scelta, al ruolo che si è conquistata, lottando contro molti. Ritorna così, coraggiosa, passionale e soprattutto libera.
La mostra che inaugura a Palazzo Litta domani non vuole infatti celebrarla, non vuole essere un omaggio alla memoria. La Fallaci detestava orpelli, retorica, enfasi. Oriana Fallaci. Intervista con la storia è mostra documentaria che ripercorre una straordinaria vicenda umana e professionale. Così hanno voluto il ministero per i Beni e le Attività Culturali e Rcs Mediagroup, che hanno promosso un ricco calendario internazionale di eventi legati al ricordo e allo studio dell’opera della scrittrice. E dopo New York, dove si è tenuta a luglio una giornata di studio alla New York Public Library, si è scelto Milano. Proprio la città del lungo e ininterrotto sodalizio professionale che sin dai primi passi ha legato la Fallaci al gruppo Rizzoli riapre le porte di Palazzo Litta dopo oltre un secolo di chiusura per ospitare in 1.500 metri quadrati i suoi manoscritti, bozze, libri, numerose foto inedite, cimeli, oggetti personali e filmati.
«“Una mostra su di me? E perché no? Sarebbe divertente”. Nelle ultime settimane di vita - ricorda il nipote Edoardo Perazzi - Oriana era uno scricciolo che stava per arrendersi al cancro con cui aveva combattuto spavaldamente per quattordici anni. Ma quell’idea le strappò un sorriso. I suoi occhi azzurri, resi liquidi dalla malattia, per un istante si ravvivarono. Così abbiamo messo assieme un affresco di ricordi e testimonianze. Raccontano di una donna insuperabile per coraggio, passione, humor». Oriana tra ruoli e impegno. La Cassandra, autrice rabbiosa e dolente del dopo 11 settembre. L’inviata speciale in ogni angolo conteso del mondo. Racconta la guerra del Vietnam, il conflitto indo-pachistano, la strage degli studenti in Messico, le rivolte dei neri americani a Detroit, i preparativi in Texas per la conquista della Luna, le storie di Panagulis e Pasolini, e poi la celebre serie di interviste, che si chiuderà con quella a Sharon nel 1982. Non mancano le origini di una giovane Oriana partigiana nella sua Firenze, nemmeno l'Oriana star fra le star, che si intrufola con impertinenza nel circo hollywoodiano per scoprirne scandali e contraddizioni. «Nella sua casa di New York - continua il nipote Edoardo - spesso ho incontrato, invitati a cena, attori, giornalisti, uomini e donne di potere. Poteva capitare che aprisse la porta di casa a Isabella Rossellini o che Oriana mi facesse rispondere al telefono quando chiamava “quel seccatore del Presidente”, oppure assistere a una scenataccia rivolta a Robert De Niro, reo di aver osato “disturbarla” mentre scriveva». «Una cosa che la caratterizzava era la mancanza del concetto di soggezione intellettuale - ricorda Antonio Bandini, console italiano a New York -. L’ho vista in contatto con personalità politiche importanti, da Yasser Arafat al comandante delle truppe israeliane intorno a Beirut: si aveva sempre l’impressione che fosse lei che diceva loro le cose, anche quando li intervistava. La cosa straordinaria è che la fiducia nelle sue capacità intellettuali non diventava arroganza, perché Oriana aveva una capacità unica di ascoltare». Perché come dice Oriana: «Eccolo, infine, scoprire la magia dello scrivere: quel bisogno di vomitar sulla carta ciò che si pensa e si ricorda o si è visto, in un dialogo pazzo tra se stessi e una massa senza volto, o un monologo ancor più pazzo per sentirsi un po’ meno soli».

Si chiama amore per la scrittura, per la perfezione della lingua e del linguaggio, per i suoi libri, «un atto d’amore, un atto privato, non pubblico».
Oriana Fallaci - Intervista con la storia dal 15 settembre al 18 novembre a Palazzo Litta, ingresso libero, ore 10-20

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