Fabrizio de Feo
da Roma
Luce verde dellEuroparlamento alla ricerca sulle cellule staminali. Laula di Strasburgo ha approvato con 284 voti a favore, 249 contrari e 32 astensioni lemendamento della Commissione europea che apre la strada al finanziamento della ricerca sugli embrioni, prorogando il sistema già in vigore negli ultimi 5 anni.
Il voto si è svolto allinsegna della trasversalità con molte dissociazioni rispetto alla linea adottata dalle singole famiglie politiche europee. Nessun italiano del Ppe, però, ha votato a favore dellemendamento, nonostante alla vigilia ci si aspettasse il «sì» di un cospicuo drappello di parlamentari di Forza Italia. Nella Margherita ha, invece, destato sorpresa la spaccatura tra la minoranza (compreso il capodelegazione Lapo Pistelli) che ha votato a favore, e il gruppo guidato da Patrizia Toia e da Vittorio Prodi (fratello del premier), decisamente contrario.
La sorpresa rispetto a questallineamento di Pistelli, Costa e Cocilovo sulla «linea Mussi» è giustificata anche dal fatto che i tre europarlamentari avevano votato poco prima (insieme agli altri colleghi di partito) a favore dellemendamento Niebler, che avrebbe posto dei severi limiti alluso degli embrioni nella ricerca sulle staminali, e che non è passato per soli 19 voti. Cè stato quindi un visibile dietrofront. Tra i gruppi europei, invece, va sottolineato che se il Ppe e il Pse hanno votato in ordine sparso, lunica formazione che non si è spaccata è stata lUen (di cui fa parte An), interamente schierato contro lemendamento favorevole alla ricerca sugli embrioni.
Il voto, in teoria, non dovrebbe interessare lItalia visto che lattuale regolamento comunitario prevede che il finanziamento possa essere concesso solo agli Stati cui la legge consente luso delle staminali. Ma le implicazioni politiche sono evidenti. Per questo proprio oggi lIntergruppo «Persona e Bene comune», costituito da esponenti cattolici dei due poli (tra cui Paola Binetti e Luigi Bobba, Luca Volontè e Domenico Di Virgilio) ha lanciato un appello a Romano Prodi, «affinché garantisca il voto contrario dellItalia al finanziamento di ricerche che implichino la distruzione di embrioni umani». Prodi, in base allappello, dovrebbe portare il «no» dellItalia al Consiglio europeo sulla competitività, convocato il 24 luglio. Una riunione che dovrà decidere su quali settori indirizzare i finanziamenti del Settimo programma quadro. «Se non lo si vuole fare per ragioni etiche - ha spiegato Luigi Bobba della Margherita - lo si faccia in nome dellinteresse nazionale: lItalia è leader europeo nella ricerca sulle staminali adulte ed è quindi nostro interesse che i fondi europei siano destinati a questo tipo di ricerca».
Il via libera dell Europarlamento suscita preoccupazioni nei partiti della Cdl. Ma le sfumature sono diverse e molteplici. Carlo Casini, leader del Movimento per la vita e da pochi giorni eurodeputato dellUdc, definisce ad esempio il voto «positivamente sorprendente» perché dimostra che la difesa della vita è uninquietudine che in Europa cè». Per Alessandra Mussolini, eurodeputato di Alternativa sociale, «la ricerca sulle cellule embrionarie prevede la distruzione degli embrioni o la creazione di nuovi embrioni a scopo di ricerca, il che è gravissimo dal punto di vista etico e discutibile dal punto vista scientifico, in quanto sinora tali sperimentazioni non hanno avuto esiti positivi». Sul fronte della Chiesa cattolica cè poi da registrare il duro commento di monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia accademia per la vita.
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