Il nome ancora non cè, ma laccordo sì. Regione, Provincia e Comune sono pronti a costituire una nuova società, interamente a capitale pubblico, per acquistare le aree di Rho-Pero dove sorgeranno i padiglioni dellExpo. Nessuna differenza di quote, ognuno si accollerà un terzo di oneri e onori. «Un progetto pienamente condiviso da tutti noi», ha spiegato ieri il governatore Roberto Formigoni, annunciando il parto della «newco». I tempi stringono. Contrasti e malumori vanno messi da parte perché i nuovi annunci di tagli ai grandi eventi previsti dalla prossima manovra finanziaria consigliano di mettere da parte le rivalità. E fare squadra. Almeno qui a Milano.
Intorno al tavolo del ventisettesimo piano del Pirellone ieri insieme a Formigoni cerano il presidente della Provincia Guido Podestà e il sindaco e commissario straordinario del governo per Expo Letizia Moratti. Dopo molte perplessità, alla fine la decisione è stata per un terzo delle quote a ognuno dei tre enti. E missione della società fissata nel convincere Fondazione Fiera e famiglia Cabassi a cedere i terreni. Aperta anche la trattativa con le banche per finanziare loperazione. «Ancora oggi - spiega Formigoni - non conosciamo quale sarà il prezzo dacquisto. Ma sappiamo che ci saranno diversi istituti disposti ad accompagnarci. In fondo questo è il loro lavoro». Secondo le indiscrezioni, la quota da coprire con i mutui sarà tra il 60 e il 70 per cento del valore complessivo. Il restante 30 o 40 per cento rimarrà a carico dei tre enti pubblici. Che avranno due anni, il 2010 e il 2011, per il versamento in due rate dellimporto totale. «La soluzione di creare una newco snella che peraltro non deve fare altro che intestarsi i terreni e rivenderli tra sei o sette anni - il commento di Podestà - è non solo giusta, ma necessaria». Dubbi? «Agiremo sulla leva finanziaria per contenere gli impegni economici, comunque cadenzati in due anni. La Provincia spingerà per fissare lequity in una quota parametrata al nostro bilancio». Tradotto, significa che Podestà chiede un minore impegno per gli enti e un maggiore intervento delle banche.
Al Comune, invece, spetterà lapprovazione della variante urbanistica per trasformare la destinazione dei terreni da agricola ad edificabile. Rischio cementificazione? La Moratti nega. «Lindice di edificabilità - assicura - rimarrà allo 0,6 per cento». La prossima settimana, il cronoprogramma stilato da Formigoni per una marcia a tappe forzate, la presentazione alle giunte. Poi, entro il 30 giugno, i passaggi nei consigli, entro il 31 luglio la chiusura delle trattative con i proprietari, lapprovazione della variante urbanistica ed entro il 31 dicembre la formalizzazione dellacquisto. Il primo gennaio 2011, assicura Formigoni, le aree saranno a disposizione della società Expo per la realizzazione dei progetti. «Ma da oggi - assicura Formigoni - avvieremo le trattative con i proprietari delle aree» e «il risultato dovrà essere di una trasparenza cristallina».
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