Niente imposte aggiuntive, avevano promesso. Ma gli aumenti delle spese, guarda un po’, ci saranno. E nemmeno poi così leggeri. Dopo la scuola (con l’eliminazione del bonus per i libri di testo) ora tocca ai mezzi pubblici. In Comune è allo studio l’incremento del biglietto da un euro a un euro e 50 centesimi. Al momento non si esclude nemmeno l’ipotesi che salga fino a due euro.
Per compensare la stangata, la giunta Pisapia annuncia un prolungamento della validità del ticket (da 75 a 120 minuti), mezzi pubblici dopo la mezzanotte e la gratuità per gli over 65. E probabilmente è proprio quest’ultima promessa che non fa più tornare i conti nelle casse comunali, tanto da ricorrere all’impopolarissimo aumento del biglietto. «Daremo la gratuità solo a chi ne ha bisogno ed il costo per il Comune sarebbe ragionevole - spiega l’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran -. Avrebbe diritto al biglietto gratis solo il 40% dei pensionati per un costo di 9 milioni di euro, non di più». Ben diversi i calcoli dell’ex assessore al Bilancio, Giacomo Beretta: «Far viaggiare gratuitamente la metà degli over 65 - spiega l’ex assessore al Bilancio Giacomo Beretta - sarebbe uno scherzetto da almeno 16 milioni di euro. Per questo ora la giunta è costretta ad aumentare le corse, altrimenti i conti non quadrano più».
A Palazzo Marino non ci stanno a fare la parte dei «cattivi», proprio loro che hanno promesso ai milanesi una svolta. E per alleggerirsi la coscienza, si giustificano: «Anche la giunta Moratti avrebbe aumentato il biglietto». C’è perfino chi spara la cifra: «Il ticket sarebbe salito a 1,40 euro». Sarà, ma nulla di tutto ciò risulta a bilancio. «E nemmeno se ne era parlato, nessuno ha mai ipotizzato il biglietto a 1,40 euro» assicura Marco Osnato, ex membro della commissione Trasporti. L’ex giunta Pdl stava piuttosto studiando un piano per incrementare le tariffe solo per chi usa saltuariamente tram e metrò. «Pensavamo a eventuali rincari solo per i turisti o per chi va in Fiera e viene da fuori - spiega Beretta - ma non avremmo mai toccato né i milanesi né i pendolari. Per di più avremmo messo in atto questi aumenti, tutti da definire, solo nel caso in cui la Regione ci avesse ulteriormente tagliato i finanziamenti per il trasporto pubblico».
Resta un altro punto oscuro da chiarire: all’ex sindaco Moratti viene imputata la «colpa» di aver messo a bilancio 19 milioni di euro in più derivanti, appunto, dall’aumento dei biglietti. E quindi la nuova giunta si sarebbe trovata costretta a prendere l’amara decisione. «Abbiamo solo fatto una previsione da qui al 2013 - puntualizza Beretta, che fino a poche settimane fa gestiva i conti del Comune -. In caso di tagli ulteriori avremmo valutato un aumento».
Con il piano Maran si vanno invece a toccare tutte le categorie, fuorché quella dei pensionati. «A questo punto - interviene Osnato - vogliamo sapere nel dettaglio le intenzioni della giunta. Anche perché le casse di Atm sono floride». L’obbiettivo è tamponare il buco di bilancio comunale. «Gli anni scorsi - accusa il neo direttore generale di Palazzo Marino Davide Corritore - si è tirato a campare, noi vogliamo avere invece una visione strategica».
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