La stanza di Mario Cervi

Caro Cervi,
ti scrivo da collega, cofondatore del Giornale e vecchio amico, per esprimere tramite tuo le mie sincere congratulazioni a Massimo Moratti il quale, nella onorata memoria del padre Angelo, ha riportato l’Inter a un traguardo di storica importanza. Io fui un cronista testimone della grande Inter di Helenio Herrera, Suarez e Jair. Ma quelle, volendo aggiungere Peirò, se non ricordo male furono le rare stelle straniere che contribuirono ai successi di una squadra italiana formata soprattutto da calciatori italiani: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Sandro Mazzola, Corso ecc... So bene che in quasi mezzo secolo le cose, le situazioni e i mercati sono cambiati, e di molto, anche nel calcio. Però, nel paragonare l’Inter degli anni Sessanta con quella di oggi, mi viene voglia di dire che allora stravinse una squadra italiana e adesso ha stravinto una squadra di cui il solo vero più autorevole rappresentante italiano è Massimo Moratti: il quale non poteva essere convocato da Lippi per il prossimo mondiale dell’Italia in Sud Africa.

Ti ringrazio per l’ospitalità.
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