Non resta che alzarsi da quel divano

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Non resta che alzarsi da quel divano
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I miei amici mi hanno consigliato di insistere, di non perdermi d’animo e di continuare a dimostrare il mio interesse, ma io credo che abbandonerò le speranze. Ho dato a questa donna l’ultimo anno della mia vita e credo che lei si sia accorta a malapena della mia esistenza. Per carità, mi tiene sempre ben presente quando si tratta di fare da “cuscinetto” tra un appuntamento con un “astro nascente” e l’altro. Vado bene per fiondarmi a casa sua a tarda sera quando qualcosa le è andato storto portando cartoni di pizza e conforto, ma niente di più. E inizio a pensare che sarà sempre così. L’altro giorno, massima umiliazione, mi ha persino chiesto di accompagnarla a comprare un vestito... per una cena con un altro. Quindi, un volta rientrati in agenzia, ho anche finito il progetto di una sua campagna (facciamo i pubblicitari nella stessa società) per permetterle di uscire prima e andarsi a preparare per la serata con quell’insopportabile tizio che crede di frequentare adesso. Un essere completamente inadatto a lei. Quindi durerà come un gatto in tangenziale anche questo e tornerò buono io per raccogliere i cocci. Sono il suo uomo da coperta, lacrime e divano. Ma mai che le venga in mente che su quel divano, io con lei, vorrei starci in tutt’altro modo.
L’inarrivabile ebete, Fabio


Eh ma quanta ingenerosità nei suoi confronti! E mi riferisco a lei, Fabio, ancor prima che alla sua amica sentimentalmente ipovedente. Crede davvero di essere l’unico “ebete” che ha dedicato un anno della propria vita a una situazione del genere? No. Quindi lei non è affatto “inarrivabile”. Al massimo solo ebete... Scherzo ovviamente. Anzi, mi sento pure di dissentire dalla sua auto definizione perché ha dimostrato, in questi faticosi 365 giorni, di essere una persona generosa, equilibrata e paziente. Mo’ basta però. Non dia retta ai suoi amici. Si alzi da quel divano senza drammi, lasci lì i cartoni di pizza inumiditi di lacrime e inforchi la porta. Non è bello privare la sua collega di un amico tanto prezioso ma è indispensabile che lei si riprenda la sua vita. Sono d’accordo con lei quando conclude di dover seppellire le speranze. Se la sua amica nutrisse un qualche interesse per lei, lo avrebbe già dimostrato.

E stia pur certo del fatto che, se di qualcosa dovesse rendersi conto in futuro, sarà molto più facile che lo faccia con lei a mille miglia dalla sua cuccia del piagnisteo che non con lei perennemente a disposizione come una nonna amorevole. Se ne vada, prima di iniziare a ricamare centrini all’uncinetto.

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