
nostro inviato a Sharm el Sheikh
Se davvero il "Summit for peace" di Sharm el-Sheik sia destinato a sancire quella pace duratura che il Medioriente non ha praticamente mai visto lo scopriremo solo nei prossimi mesi. Di certo, però, il vertice che si è tenuto ieri nell'estremità meridionale della penisola del Sinai non ha precedenti se ancora qualche mese fa solo una tregua tra Israele e Palestina sembrava un traguardo lontano. Non è un caso che Giorgia Meloni unica donna nella foto di famiglia di un summit a cui partecipano una trentina di Paesi da tutto il mondo non esiti a parlare di "giornata storica". Che, aggiunge al termine del vertice, "non chiude ma apre qualcosa" che "prima potevamo solo sognare". Per questo, spiega, ora bisogna "consolidare il cessate il fuoco e dare piena attuazione dell'accordo per costruire un futuro di pace e stabilità duratura". "L'Italia aggiunge continuerà a sostenere con convinzione questo percorso".
Una road map che è al centro di un incontro a margine del "Summit for peace", organizzato così in fretta e furia che buona parte delle sedie dell'enorme media center dell'International Congress Centre egiziano sono ancora ricoperte da una leggera patina di polvere arrivata direttamente dal deserto del Sinai. Una riunione a cui Meloni partecipa insieme all'egiziano Abdel Fattah al-Sisi, al britannico Keir Starmer, al francese Emmanuel Macron, al tedesco Friedrich Merz, al turco Recep Tayyip Erdoan, al qatarino Tamim bin Hamad Al Thani e al giordano Abdullah II.
Leader arabi e occidentali, per iniziare a tracciare un primo quadro di come dovranno procedere gli interventi non solo umanitari e sanitari ma anche quelli di ricostruzione della Striscia. Una partita che si allarga anche al piano militare, visto che Meloni è pronta a inviare sul campo soldati italiani. "Da parte mia c'è la volontà politica", dice al termine del summit. Non per una missione di "interposizione" ma per "il monitoraggio del cessate il fuoco". Ovviamente, aggiunge la premier, "c'è bisogno di una risoluzione dell'Onu" e "se viene richiesta la presenza italiana io mi presenterò al Parlamento e per una volta sono certa che si potrebbe anche votare all'unanimità". Meloni ribadisce poi l'intenzione di "implementare" la presenza dei Carabinieri che "già da anni formano la polizia palestinese" e "sono impegnati anche nella missione Ue a Rafah".
E proprio sui vari interventi che l'Italia è pronta a mettere in campo per Gaza il governo sta lavorando a un paper da condividere con i partner internazionali che metta insieme tutte le proposte, così come faranno gli altri Paesi in campo. "Adesso dice la premier bisogna procedere a passi spediti, dare il segnale della concretezza ed evitare tutto quello che può scaldare gli animi e diventare un alibi". "E questo è un appello che faccio davvero a tutti", aggiunge probabilmente con uno sguardo diretto a Israele e Hamas.
Sul tavolo del summit egiziano, poi, c'è anche la questione del riconoscimento della Palestina. Tema che lo stesso al-Sisi (co-presidente del vertice insieme a Trump) porta all'attenzione di Meloni nel corso di un bilaterale che si tiene a margine della riunione. Bisogna "fornire il quadro politico che porti alla creazione di uno Stato palestinese indipendente in conformità con le decisioni della legalità internazionale", dice il presidente egiziano alla premier. Che a sera lascia intendere come ora quel percorso sia decisamente più in discesa. "Chiaramente se viene attuato il Piano certo che è più vicino", risponde durante un punto stampa.
Sullo sfondo gli elogi di un Trump che quando stringe la mano alla premier a favore di telecamere l'ha definita "una leader incredibile e molto rispettata" che "sta facendo un buon lavoro". Con tanto di complimenti sull'aspetto fisico. "È molto bella.
Se lo dici in America scherza l'ex tycoon è la fine della carriera politica ma io lo dico lo stesso perché è vero". Piccolo siparietto anche con Erdogan. "Ti vedo bene, ma devo convincerti a non fumare", dice il presidente turco rivolto alla premier italiana. "Lo so, lo so", risponde Meloni ridendo.