Soltanto a un presidente comunista - o proveniente da quelle file - poteva venire in mente di istituire due commissioni di «addetti ai lavori», per traghettarci da questa situazione di stallo. Ciò che mi ha fatto andare fuori dai gangheri, oltretutto, è stato quella sua faccia di bronzo di citare il caso dell'Olanda e del Belgio. Infatti la situazione di questi due Paesi è diversa da quella dell'Italia, proprio per la loro forma di governo, che purtroppo a noi è stata scippata nel giugno 1946. Se l'esito di quel referendum, infatti, fosse stato tale da conservarci la monarchia, stiamo pure sicuri che il re l'avrebbe potuto egregiamente risolvere, senza ricorrere a strani sistemi di commissioni di «addetti ai lavori» o giù di lì.
Milano
Caro Manca di Villahermosa, se non sbaglio il suo ragionamento è questo. In Olanda e nel Belgio gli esperimenti istituzionali - grande coalizione o altro - escogitati per superare la crisi politica e la crisi economica hanno avuto successo perché al vertice dei due Stati c'è la monarchia. In Italia le novità sono state disastrose perché c'è la repubblica. Se l'esito del referendum del 2 giugno 1946 fosse stato diverso, e se adesso avessimo una monarchia impersonata da Vittorio Emanuele IV, le manovre per trarre l'Italia fuori dalla crisi sarebbero coronate da successo. Le dico con tutta franchezza che il principio in forza del quale le decisioni monarchiche sono fruttuose e le decisioni repubblicane catastrofiche non mi sembra sostenibile. Credo che basti qualche citazione per dimostrarlo. La forte Germania della signora Merkel è repubblicana e lo è anche la florida Svizzera.
Invece la Spagna, che ha un re, soffre tali e quali - o peggiori - i mali dell'Italia, annaspa alla ricerca d'un modo per uscire dal tunnel. La differenza fondamentale tra il nord Europa ben amministrato e il sud farfallone - e adesso costretto a sacrifici immani - non sta secondo me nell'esistenza o nella mancanza della corona. Sta altrove.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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