PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviI sindacati italiani sono giurassici. Come la politica...

In questi giorni è un gran parlare di Chrysler-Fiat. Ero molto curioso di raccogliere commenti e, sinceramente, è stato divertente, in particolare con quelli di sinistra e/o sindacali. Sono tantissimi, se includiamo anche quelli non ufficialmente etichettati. Insomma tutti i sapientoni, i cervelloni e intellettualoni, più o meno snob, meglio se più (alla Gruber, Severgnini, Lerner, per intenderci). È stato un susseguirsi di: certamente... però... se... ma ora... devono però... Insomma, è stata una sceneggiata penosa! Tutto per non dichiarare, papale papale, che i sindacati sono un disastro, per usare un eufemismo! E che devono andare a lezione dai loro colleghi americani: Camusso in testa. Però in compagnia dei loro sodali politici, perché Obama, tanto simpatico alla nostra sinistra, ha finanziato la Fiat, ma ha già ricevuto tutto indietro. «Sull'unghia». E per non volere ammettere che in Italia, ormai, è stato distrutto l'habitat industriale. E la responsabilità, è chiara: Sindacati, tutti, e politica de sinistra. Per la chiarezza si chiama fallimento, in italiano.
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Caro Giusti, sono anch'io del parere che i sindacati italiani -la Cgil in particolare- siano legati a una mentalità antiquata: incapaci d capire l'evoluzione della società e impegnati nella difesa di strutture obsolete. Il fatto che gli iscritti al sindacato siano in gran numero pensionati e non operai e impiegati in attività favorisce questo atteggiamento conservatore. Le iniziative d'un manager geniale e spregiudicato come Marchionne fanno infuriare i tipi alla Landini che nella chiacchiera utopistica hanno la loro arma migliore. Nel tempo delle vacche grasse i sindacati non si sono mai battuti per svecchiare l'Italia, anzi: e adesso ne paghiamo le conseguenze. Hanno applaudito misure pensionistiche deleterie, spacciandole per sociali, anziché impedirle nell'interesse delle fasce di popolazione meno favorite. Detto questo, debbo aggiungere che le colpe del ritardo e del declino italiano ricadono anche sui sindacati, ma non soltanto. I privilegi politici e burocratici, la moltiplicazione dei posti pubblici, i faraonici compensi di deputati senatori e consiglieri regionali, le opere pubbliche inutili, le lottizzazioni, non sono stati voluti unicamente dai sindacati. Con corale entusiasmo parlamenti, governi ministri, maggioranza e opposizione si sono impegnati per lo sfascio. Marchionne sta risanando la Fiat sia pure facendola vassalla della Chrysler. Ma non è che al Lingotto siano mancati in passato gli aiuti di Stato, ne ha avuti in misura gigantesca. Il guaio è che non sono stati dati né utilizzati con il necessario rigore. Adesso si fanno, in Fiat, le cose serie.

Meglio tardi che mai.

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