PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviI violenti buoni sono un'invenzione della sinistra demagogica

Nelle varie trasmissioni televisive di approfondimento a margine delle violenze verificatesi a Roma prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina, non ho mai notato alcun cenno, da parte di conduttori, giornalisti o politici, al fatto che a Carlo Giuliani, simbolo di violenza, di ribellione, di lotta alle istituzioni e alle forze dell'ordine nonché potenziale assassino, lo Stato italiano ha intitolato una sala al Senato.
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Cara amica, per la verità ho ascoltato, nei dibattiti sullo scontro di tifoserie a Roma, più d'un accenno al «caso» Giuliani. Ma lei ha ragione nel sottolineare il contrasto fra le deprecazioni giustamente riversatesi sui facinorosi del pallone e gli omaggi tributati alla memoria d'uno sventurato ragazzo che è stato ucciso da un carabiniere mentre gli si avventava contro impugnando un estintore. Carlo Giuliani, estremista sbandato, aveva il culto del disordine così come l'hanno gli ultrà, s'era scatenato per mettere a ferro e fuoco Genova. Ha pagato crudelmente queste scalmane a sfondo insurrezionale. Il ferito napoletano Ciro Esposito - cui auguro fervidamente che guarisca presto e bene - paga crudelmente il coinvolgimento in una rissa futile. Non ci sono eroi in queste vicende. Ci sono soltanto molti habitués del menar le mani. Ma certa sinistra incorreggibile nei suoi vizi e pregiudizi anti-istituzionali ha voluto fare di Carlo Giuliani proprio un eroe, da additare come campione positivo all'italica gioventù. Una vittima dell'oppressione capitalistica. Questa cinica operazione propagandistica ha inglobato anche i genitori di Carlo Giuliani, la madre Haidi è diventata addirittura senatore del Prc, a lui è stata intitolata, come lei ricorda, una sala di Palazzo Madama. È giusto piangere quella vita stroncata, è indecente strumentalizzarne la fine. Gli sfasciacarrozze devono essere messi al bando. Dovrebbe esistere un daspo per i professionisti delle lotte violente di strada così come esiste - peraltro poco efficace - per gli ultrà calcistici intemperanti. La mia avversione a chi prova piacere nel rendere invivibili le nostre città è a 360 gradi, senza distinzioni ideologiche.

Riguarda gli ultra delle curve, riguarda gli antagonisti di parecchi centri sociali, riguarda i no Tav, riguarda i forconi.

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