PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviLe scelte dell'8 settembre furono difficili per tutti gli italiani

Mario Cervi scrive che, all'annuncio dell'armistizio, il pensiero dominante lui e i suoi commilitoni fu: come si poteva tornare a casa. Evidentemente la sua coscienza non venne nemmeno sfiorata dal dubbio che il tradimento dell'8 settembre avrebbe marchiato in maniera indelebile gli italiani e l'Italia. Mio padre, ufficiale del 116° btg. CC. NN. d'assalto sul fronte greco-slavo, fu fatto prigioniero dai tedeschi e rinchiuso in un campo di concentramento in Germania. Come molti altri italiani, ritenne che il suo onore gli imponeva di continuare a combattere a fianco delle truppe del Terzo Reich,e aderì alla Rsi.
Montefalcone nel Sannio(Cb)

Caro Roberti, nella mia pagina di ricordi ho registrato una realtà. In schiacciante maggioranza gli sbandati e abbandonati dell'XI armata non ebbero, in quei momenti drammatici, slanci e tormenti d'antifascismo o di fascismo. Furono dominati dall'idea di poter tornare alle loro case e alle loro famiglie. La Resistenza prese corpo -un corpo assai meno importante di quanto si sia preteso- dopo i bandi d'arruolamento di Graziani e le prime atrocità tedesche. Alla rassegnazione avvilita del «tutti a casa» - che fu dei i singoli ma fu soprattutto della famiglia reale, di Badoglio, dei generaloni - lei contrappone la decisione di suo padre che passò alla Repubblica di Salò. La decisione di suo padre io la rispetto molto: ma ritengo che il rifiuto dei militari di continuare a combattere insieme ai tedeschi - da lei bollato come disonorevole - sia stato ragionevole e utile all'Italia. Anche l'ultimo soldatino (e anche l'ultimo sottotenentino come me) aveva capito che la Germania era ormai sconfitta e che il rimanere avvinghiati a quella creatura in decomposizione poteva soltanto aprirci un abisso peggiore di quello in cui ci trovavamo. L'abisso ad esempio della perdita immediata e definitiva di Trieste e d'una penisola divisa in quattro zone d'occupazione, con i sovietici nel nord-est. Valeva la pena di pagare questo prezzo per rimanere fedeli all'invasato razzista Adolf Hitler? Di sicuro non facemmo in forma razionale, al tempo, tutti questi pensieri.

Ma la scelta dei più li sottintendeva.

Commenti