la stanza di Mario CerviL'Italia è innocente per le manette a Lady Matacena

Egregio dott. Cervi, a proposito dell'indegno spettacolo relativo alle manette imposte alla signora Rizzo Matacena, mi pare di ricordare che la suddetta signora sia arrivata al confine italo-francese già con le manette ai polsi e che, subito dopo l'estradizione e la conseguente consegna alle autorità italiane, queste abbiano provveduto alla loro rimozione. Si tratta quindi di un indegno trattamento riservato alla signora da parte dei «cugini» francesi, alla faccia della loro «liberté, égalité, fraternité». Noi, in fatto di giustizia, saremo pure fra gli ultimi in Europa, ma, almeno in questo caso, non abbiamo responsabilità alcuna.
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Caro Cagnoni, il suo rilievo è giusto. In risposta alle espressioni forti d'un lettore indignato per il trattamento riservato alla signora Chiara Rizzo, ho anch'io criticato fortemente le procedure italiane e i funzionari che nell'occasione le hanno applicate. In realtà si può discutere all'infinito sulla necessità e sull'opportunità dell'arresto di lady Matacena. Ma per le manette - peraltro viste in altre occasioni a iniziativa delle nostre forze dell'ordine - l'Italia, come osserva lei, non c'entra. Il che era per la verità chiarissimo nella cronaca che il nostro bravo Gabriele Villa ha dedicato alla vicenda, e che ho avuto il torto di non rileggere con attenzione prima di intervenire. Villa sottolineava che la signora aveva le manette ai polsi quando la gendarmeria francese l'ha consegnata alla polizia italiana di frontiera.

«Ne uscirà circa tre quarti d'ora dopo - cito Villa - con i polsi liberi e con una bottiglietta d'acqua in mano». L'Italia, sulla quale non ci stanchiamo di riversare accuse meritate, per le manette a lady Matacena era innocente.

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