Le star dell’arte a Basilea, la fiera che decide il mercato

In 300 gallerie i capolavori che fanno tendenza

Per gli appassionati d’arte la Fiera di Basilea è come la Mecca per un buon musulmano: ci si deve andare almeno una volta nella vita. Ma meglio farlo ogni anno se si vuole avere il polso inequivocabile del grande mercato internazionale. Perché è proprio qui, nell’impero di Samuel Keller, che si giocano i destini degli artisti dell’oggi e del domani, ed è sempre qui che i collezionisti di tutto il mondo accorrono per abbeverarsi alle proposte delle top galleries. Anche il sistema dell’arte, infatti, da alcuni anni ha ben aderito a quella società dello spettacolo che, scriveva Guy Debord, sarebbe divenuta la principale produzione della società attuale. E oggi un mercato divenuto ricchissimo è gestito da un’oligarchia formata da gallerie molto potenti, come Larry Gagosian, Jay Jopling o Marian Goodman, in grado di aggiudicarsi gli artisti più affermati; e ancora da collezionisti come Saatchi, Pinault o Rubell che determinano l’andamento del gusto; e infine da un circuito fieristico di cui appunto Art Basel detiene lo scettro, specie da quando il suo potere si è allargato agli Usa con l’edizione di Miami. È a Basilea che le grandi star dell’arte contemporanea, come Damien Hirst, Tracey Emin, Mattew Barney o Maurizio Cattelan hanno trovato la consacrazione e oggi verificano il loro borsino.

Giunta al suo 37º appuntamento, la Fiera che si è conclusa ieri ha confermato le aspettative: oltre 55mila persone hanno potuto osservare le opere di più di 2000 artisti internazionali esposte negli stand di 290 gallerie espositive di tutto il mondo. E anche quest’anno la sezione «Art Unlimited» ha messo in mostra l’arte esagerata, 70 progetti giganti tra cui spicca il dipinto di 40 metri di James Rosenquist, realizzato per la sede dell’Onu di Palais de Chaillot.

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