Economia

Statali: Brunetta, buste paga +3,4% nel 2009

Grazie al pacchetto salariale varato dal ministro della Pubblica amministrazione i dipendenti di ministeri, agenzie fiscali e comparto scuola beneficeranno di retribuzioni più elevate. Ora tocca agli enti locali adeguarsi

Il «pacchetto salariale» varato dal governo per i dipendenti pubblici del comparto «Stato» (ministeri, agenzie fiscali e scuola) comporta una crescita delle retribuzioni del 3,8% nel 2008 e del 3,4% nel 2009. È quanto ha annunciato il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ricordando che da questo mese arriveranno nella busta paga dei lavoratori dello Stato gli aumenti previsti con il rinnovo del contratto. Comprendendo la chiusura delle pendenze del 2006-2007 in corso di definizione (ricerca e dirigenza) il biennio attuale si chiuderà con un aumento a regime, rispetto al 2007, del 6,9% al netto e del 7,3% al lordo degli arretrati. Nel complesso si tratta, ha specificato il ministro, di cifre ben al di sopra del tasso di inflazione (3,3% nel 2008, 1,5% quella prevista per il 2009). Brunetta ha quindi sottolineato che in base all'accordo raggiunto per gli statali, i lavoratori dei ministeri si vedranno corrispondere nella prossima busta paga 123,40 euro lordi (70 per l'aumento a regime e 53,40 come arretrato del mese di gennaio), quelli delle agenzie fiscali 143 euro lordi (76,70 a regime e 66,30 come arretrato) e quelli della scuola 133 euro lordi (73,10 a regime e 59,90 di arretrato). Il prossimo obiettivo è quello di evitare il «disallineamento» salariale tra i lavoratori statali e gli altri dipendenti pubblici, i 2 milioni cioè che lavorano per Regioni, Province, Comuni e Sanità. Per questa fetta di dipendenti il rinnovo non è stato ancora siglato, tuttavia il ministero ha previsto che anche in caso di ritardo nella definizione del contratto le amministrazioni possano anticipare il contenuto economico in attesa che venga siglata la parte normativa. «Ad oggi - ha detto Brunetta - non ho sentito alcuna intenzione di farlo. Non voglio entrare nell'autonomia contrattuale delle parti ma non posso non constatare con rammarico che il mondo del pubblico impiego si sta disallineando.

Vigilerò perché anche gli altri dipendenti pubblici possano riallinearsi».

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