da Roma
Anche nella Pubblica amministrazione, «chi rompe paga». Potrà essere collocato in disponibilità, o addirittura licenziato, il dipendente pubblico che - per incompetenza o inefficienza - arreca gravi danni al funzionamento dellufficio. Ma paga anche chi non si sposta: due «no» al trasferimento nel giro di cinque anni, ed ecco che per il dipendente pubblico restìo alla mobilità scatta il collocamento in «disponibilità», più o meno lequivalente pubblico della cassa integrazione. Insomma, diventa un «esubero». Sono due delle norme che fanno parte del «piano industriale» di riforma della Pubblica amministrazione, approvato ieri dal governo. Una trentina di interventi, con lobiettivo dichiarato di «contenere la spesa pubblica, stimolare la produttività dellintero sistema, migliorare il benessere dei cittadini».
Alcune misure a costo zero saranno daiuto ai cittadini. Ad esempio, la carta didentità durerà dieci anni, e non più cinque. Viene anche introdotto lobbligo di concludere i procedimenti amministrativi entro i 30 giorni, e in caso di inosservanza dolosa o colposa, le Pubbliche amministrazioni sono tenute a un indennizzo del danno cagionato al cittadino. Grazie al «piano casa», verranno semplificate e accelerate le procedure di vendita degli immobili ex Iacp agli attuali inquilini, con prezzo di vendita determinato sulla base del canone di locazione. Sarà possibile la class action - lazione legale di gruppo - contro la Pubblica amministrazione.
Le novità del «piano Brunetta» sono molte e muteranno, una volta applicate, abitudini consolidate. Ad esempio, quella di fare un concorso pubblico in una Regione che ha bisogno di personale e poi chiedere subito il trasferimento nella regione di origine. I posti messi a concorso saranno individuati con riferimento alle sedi di servizio. E ancora, i premi al personale non saranno più concessi «a pioggia», ma legati alla produttività; le progressioni economiche non avverranno per anzianità ma attraverso selezioni; saranno premiati i dipendenti coinvolti in progetti innovativi. Tutte le amministrazioni pubbliche, comprese quelle locali, dovranno pubblicare sui loro siti Internet le retribuzioni annuali, i curriculum, gli indirizzi e-mail e i numeri telefonici dei dirigenti, e i tassi di assenza del personale. Insomma, loperazione trasparenza partita dal ministero di Brunetta diventerà un obbligo di legge per tutti.
Si prevede anche una stretta a collaborazioni e consulenze, fissando paletti per il conferimento degli incarichi. Obiettivo, scoraggiare il ricorso al lavoro flessibile nella pubblica amministrazione.
La «lotta ai fannulloni» prevede la possibilità di licenziare il dipendente pubblico per scarso rendimento, e per attestati di presenza o certificati medici falsi. Il medico «mendace», a sua volta, potrà essere sanzionato o addirittura licenziato dal servizio sanitario nazionale. A fronte di questa stretta, lAmministrazione pubblica concederà laspettativa fino a un anno ai dipendenti che intendono avviare unattività imprenditoriale o professionale.
Lotta agli sprechi e razionalizzazioni sono presenti un po dovunque nel piano di riforma della Pubblica amministrazione. Gli Enti pubblici non economici, con personale inferiore alle 50 unità saranno soppressi, e le loro funzioni trasferite ai ministeri di competenza. Le università potranno trasformarsi in Fondazioni di diritto privato, in modo da ricevere donazioni da parte dei privati.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.