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«È stato così anche per le spoglie di Giovanni XXIII in San Pietro»

Il Prefetto della Congregazione delle cause dei santi: «Dobbiamo verificare e garantire lo stato di conservazione della salma»

da Roma

«Abbiamo concesso l’autorizzazione perché è del tutto normale che si faccia una ricognizione del corpo».
Il cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi, non si sottrae alle domande sul «caso» Padre Pio, nonostante la domenica dell’Epifania coincida con il giorno del suo compleanno.
Eminenza, che significato ha questa ricognizione?
«Noi l’abbiamo autorizzata perché è normale verificare lo stato in cui si trova il corpo di un santo e valutarne lo stato di conservazione. Lo si fa spesso, concedere il nullaosta rientra nella prassi del nostro dicastero. È stato fatto anche per il beato Giovanni XXIII, le cui spoglie sono state poi traslate dalle grotte vaticane alla basilica di San Pietro, dove sono tutt’ora perennemente esposte alla venerazione dei fedeli».
Per quanto riguarda invece la traslazione del corpo dalla cripta al nuovo grande santuario?
«Questo è tutt’altro problema e la Santa sede non c’entra. La traslazione è questione sulla cui opportunità decide il vescovo del luogo».
L’esposizione del corpo ai fedeli dipende dal Vaticano?
«No, anche in questo caso è una decisione del vescovo. Sono venuto a conoscenza di certe polemiche, capisco possano esserci diverse sensibilità. Vorrei però far notare che nel caso di Padre Pio la ricognizione del corpo non era stata mai fatta ed è più che normale che si faccia, anche per intervenire e garantire la migliore conservazione possibile».
Si vuole verificare se per caso il corpo sia rimasto incorrotto?
«Ci sono stati casi di santi il cui corpo si è mantenuto incorrotto.

Ma ricordo che di per sé questo non ha niente a che vedere con la santità, così come la santità non dipende dalle stimmate».

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