Dieci anni nel terzo millennio valgono forse un salto generazionale di un secolo fa. Anche il vino non sfugge alla regola, nonostante segua il percorso delluomo in gran parte della sua storia.
Era lanno 2000 ancora vecchio millennio eppure per tanti un modo per festeggiare quello nuovo. Il vino italiano era allapice del successo: bastava immettere unetichetta nuova sul mercato, ben sostenuta da unadeguata campagna stampa o da un altrettanto ben costruito sistema tam-tam, che la bottiglia veniva contesa da orde di appassionati disposti a svenarsi pur di accaparrarsela.
Se gli anni Novanta hanno segnato lepoca dei wine-makers, il decennio successivo è stato quello della loro consacrazione a status symbol. A ogni azione una reazione uguale e contraria. Si torna adesso alle origini del vino. Due parole diventano chiave nel nuovo millennio enoico: autoctono e naturale.
La corsa è a ritroso per scavare e scovare nel remoto nuova linfa per il futuro: visioni di terre e paesaggi che diventano terroir, appare il carattere della stagione che li ha cresciuti e quindi il senso del millesimo ma soprattutto, ci simbatte nel carattere delluomo che sta dietro alla loro nascita. E proprio per questo nasce la necessità di raccontare ulteriormente il vino e i suoi personaggi.
Inizia la sua storia la Guida AIS, Associazione Italiana Sommelier, successivamente sarà la volta di quella dellEspresso, poi a tutta una serie di guide che rappresentano settori del vino (autoctoni, spumanti, rosati, passiti
). Cera ancora il faro del giornalismo enologico italiano, quel Gino Veronelli mai troppo compianto. Ma cera anche Luca Maroni e la sua guida dove il valore del vino è direttamente proporzionale alla sua piacevolezza, intesa come vino-frutto. E poi, ovviamente, la guida del Gambero Rosso (ancora alleata a Slow Food). Osservandola in questi dieci anni notiamo i passi in avanti del Trentino, delle Marche, dellAbruzzo e di tutto quel meridione (isole comprese) che hanno vissuto un vero boom.
Senza dimenticare quel fenomeno (anche sociale) delle bollicine: dal Lambrusco al Prosecco, passando per Trento, Franciacorta e Oltrepò Pavese.
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