Da sempre finiano doc. Oggi «futurista».
Senatore Valditara, la fiducia al governo è stata una sconfitta di Fini o una vittoria di Pirro di Berlusconi?
«Noi al Senato ci siamo astenuti. Un gesto di buona volontà, un invito al dialogo».
Alla Camera è finita a botte.
«Ci spiace che si sia persa un’occasione per il rilancio dell’azione di governo».
Non era un po’ tardi?
«Non è mai tardi per fare riforme non rinviabili come i tagli strutturali alla spesa pubblica o alla pressione fiscale».
E quella dell’università?
«Un’ottima riforma che va approvata al più presto».
Ma voi state marciando in tutt’altra direzione.
«Con Casini e Rutelli è nato il Polo della nazione».
Il che significa che a Milano Letizia Moratti non avrà il vostro appoggio.
«La nostra posizione è sempre stata chiara. Abbiamo posto una serie di problemi e di proposte. Un’idea di sviluppo della città».
Ma l’incontro col sindaco è saltato dopo il ritorno di Landi nel Pdl. L’avete più sentita?
«No».
La sentirete?
«Per ora sentiremo Marcora, Tabacci, Mantini».
Il che significa che avrete un vostro candidato.
«L’importante è avere un buon progetto. Poi il candidato si trova».
Sterzate a sinistra?
«Assolutamente no. Noi siamo e resteremo un partito di centrodestra. Senza nessuna intenzione di fare accordi con la sinistra».
Difficile da credere.
«Avessimo voluto allearci con la sinistra, l’operazione Albertini sarebbe andata in modo diverso».
Che botta per voi. Vi ha tenuti in ballo un bel po’.
«Sarebbe stato un ottimo candidato. Peccato».
Ma voi cosa chiedete?
«La ricostruzione dell’area del centrodestra».
E c’era bisogno di fare tutto questo sconquasso?
«Mica l’abbiamo fatto noi. Ci hanno emarginato, bacchettato, dato dei traditori».
Siete andati dall’altra parte.
«Siamo rimasti dalla stessa parte».
E allora perché è nato Futuro e libertà? In odio a Berlusconi.
«Nulla di personale contro Berlusconi. Solo l’incapacità di questo centrodestra di accettare la discussione».
Qui c’è la Moratti, mica Berlusconi.
«Ma la Moratti è succube di Ignazio La Russa. Una città come Milano non può subire i diktat di chi è rimasto al Msi di Paternò».
Pesante.
«Umanamente non ho nulla contro La Russa, la mia è solo una considerazione politica».
E se per colpa vostra la Moratti perdesse al primo turno?
«Il centrosinistra con questo candidato è sufficientemente debole per non poter vincere».
Al secondo la appoggerete?
«Non regaleremo nulla a nessuno. Dipenderà dalla Moratti. Certo i nostri voti saranno indispensabili».
Cosa chiedete?
«Di rivedere il Pgt. I guadagni dei privati devono essere riutilizzati per l’edilizia pubblica o per i servizi alla città».
Manfredi Palmeri deve dimettersi?
«Non vedo perché.
L’ha chiesto Podestà, il coordinatore del Pdl.
«Mi risulta che in Comune il numero legale salti spesso per colpa del Pdl. Il suo voto e quella della Ciabò sono ormai determinanti».
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