Stop moschee, la rabbia dei musulmani

Incontro Comune-islamici. Per i luoghi di culto si riparte da zero

Strada lunga e in salita: per i nuovi luoghi di culto si riparte da zero. È tornato alla casella di partenza il gioco dell'ora imbastito sulla moschea e sui templi di numerose altre comunità religiose. Gli imam lo sanno e non fanno niente per nascondere la delusione all'incontro che il vicesindaco Anna Scavuzzo e l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran hanno convocato ieri sera alla Sormani per illustrare il nuovo percorso deciso dopo il cambio della guardia a Palazzo Marino. Hanno partecipato una trentina di sigle, la metà dei circa sessanta iscritti al bando delle associazioni religiose destinatarie dell'invito. All'assemblea hanno partecipato i rappresentanti del coordinamento delle associazioni islamiche, i dirigenti della moschea di via Padova, il leader di viale Jenner.

Ma non solo: c'erano gli evangelici (110 comunità, 70 luoghi di preghiera a Milano), la Chiesa ortodossa rumena che conta 220 parrocchie in Italia, gli induisti con i loro 20mila fedeli fra Milano e Lombardia, i pentecostali, i buddisti, la comunità copta dei cristiani d'Egitto.

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