da Milano
DAlema al Quirinale? «No, non sarebbe da saggi». Lo stop arriva da Giampaolo Pansa, grande giornalista di sinistra. Nel «Bestiario», la sua rubrica sullEspresso in edicola oggi, Pansa ripercorre gli ultimi dodici anni della carriera politica di DAlema. A partire dal 1º luglio 1994, quando soffiò a Veltroni la segreteria del Pds. Nel pomeriggio, Pansa gli telefonò e lo ammonì a guardarsi soprattutto dal suo cattivo carattere: «Troppa freddezza, troppo cinismo sferzante, troppa sicurezza di vincere sempre».
Nonostante questo, Pansa riconosce a DAlema il merito di aver rimesso in piedi il partito dopo la sconfitta del 94 con una lucida strategia di rassicurazione dei potenziali elettori. Ma senza riuscire mai a frenare il suo doppio, «laltro DAlema», rancoroso con magistrati e giornalisti. Tanto che una volta Pansa, guardandolo in televisione mentre attaccava i giudici, pensò: «Caspita, parla e si muove come Berlusconi!».
Dieci anni dopo, Pansa è «convinto che Baffino dAcciaio sarebbe un ottimo presidente della Repubblica» per carattere, intelligenza, senso delle istituzioni, moderazione.
Ma cè un «però». «Il però si riassume in un vecchio detto: il troppo stroppia.
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