Politica

Storace: «Ecco il mio piano per produrre l’antidoto in Italia»

Francesca Angeli

da Roma

No agli allarmismi ma «la preoccupazione rimane». Il ministro della Salute, Francesco Storace, volerà domani in Gran Bretagna per prendere parte al vertice dei responsabili della Sanità provenienti da tutti i Paesi Ue. È di ieri l’allarme lanciato dal commissario alla Salute europeo, Markos Kyprianou, che ha definito l’influenza aviaria «una minaccia globale che richiede cooperazione a livello internazionale». E il ministro Storace spiega che sarà proprio questo il punto fermo del suo intervento a Londra.
«Dirò ai miei colleghi che è necessario mettere a punto da subito una strategia comune e regole comuni sull’etichettatura obbligatoria e le importazioni - spiega -. È inutile prendere iniziative da parte dei singoli Paesi non condivise dalla Ue perché la loro efficacia verrebbe vanificata».
In cantiere non c’è soltanto l’incontro con i colleghi europei. Oggi il Senato prenderà in esame il decreto sull’influenza aviaria, già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che contiene una serie di norme per contrastare il rischio di pandemia ma anche per sostenere il mercato avicolo in crisi. Ieri tra l’altro Storace ha firmato un’ordinanza che bandisce l’uso di esche vive, ovvero animali da richiamo vivi, nelle battute di caccia. Ordinanza che dovrebbe essere assorbita oggi nel decreto sotto forma di emendamento. Poi sempre ieri l’incontro con le Regioni durato fino a tarda sera per mettere a punto il coordinamento degli interventi sanitari e gli scambi di informazioni.
Oggi in agenda l’incontro con le aziende farmaceutiche per affrontare la questione del vaccino mirato sull’influenza aviaria. Vaccino che al momento esiste per i polli ma non per l’uomo. L’Italia ha prenotato 36 milioni di dosi, pari alla copertura di circa l’80 per cento della popolazione.
Ministro che cosa chiederà oggi alle case farmaceutiche?
«Garanzie, soprattutto sui tempi di realizzazione, produzione e consegna di un eventuale vaccino antiaviaria. Chiederò alle industrie di produrre il vaccino direttamente in Italia e voglio avere certezze sui tempi di consegna. Nel momento in cui l’Organizzazione mondiale della Sanità dovesse dichiarare la scoppio della pandemia del virus H5N1 nell’uomo, eventualità remota ma da non trascurare, voglio a disposizione i vaccini entro 90 giorni in modo da procedere poi ad una distribuzione di massa nell’arco di un mese, chiaramente dando la priorità alle categorie a rischio: anziani, bambini e chi soffre di patologie. Anche le scorte di antivirali passeranno da sei a 12 milioni di cicli. Verranno utilizzati altri 50 milioni di euro del fondo sanitario nazionale».
Che cosa è stato deciso nell’incontro con le Regioni?
«Si è deciso di costituire un comitato misto per lo scambio di informazioni. Si deve procedere con prudenza e trasparenza soprattutto per quanto riguarda l’acquisto dei farmaci. Sarà il Centro controllo di malattie il punto di riferimento insieme con l’Agenzia italiana del farmaco. Le indicazioni che vengono dalle regioni saranno prese in considerazione per le eventuali modifiche da apportare al decreto in discussione al Senato».
Sarà il decreto a stabilire come punto di riferimento nazionale il Centro controllo malattie di Padova?
«Di fatto è già così, si tratta di una ratifica. Ma ci sono molti altri elementi come il potenziamento della rete veterinaria e soprattutto della rete dei controlli con cento carabinieri in più a disposizione dei Nas».
I controlli sono già in corso?
«Soltanto negli ultimi due giorni ne sono stati eseguiti centinaia nei centri di distribuzione e trattamento delle carni. Ieri pomeriggio i Nas sono stati impegnati in una vasta operazione all’Esquilino (quartiere di Roma popolato per lo più da cinesi ndr) per il controllo sulle carni clandestine. Anche i posti di frontiera sono stati potenziati con i veterinari».
Per la caccia ci si aspettava qualcosa di più rispetto al divieto delle esche vive...
«E perché? Anche in questo settore occorrono regole comuni. Non è che possiamo vietare la caccia soltanto da noi. Si parlerà anche di questo nella riunione dei ministri Ue.

Oltre al fatto che chiederò una posizione comune su farmaci, vaccini e tempi di consegna sperando che ci sia anche un intervento economico dell’Unione».

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