Ha una trama più intricata di una soap opera linchiesta che si è appena conclusa sullo strano triangolo di ricatti e bugie che hanno coinvolto un pm di Novara, un pregiudicato per omicidio detenuto in carcere e la fidanzata di questultimo. E se già si può dire che il magistrato, per il quale è stata disposta larchiviazione dallaccusa di concussione sessuale, è la vera vittima di tutta questa vicenda, è anche vero che il detenuto è caduto nella trappola della propria donna tesa a farlo ingelosire con linvenzione di offerte sessuali da parte del magistrato, che lui ha usato questa falsa informazione per cercare di estorcere a questultimo gli arresti domiciliari e che lei infine è stata vittima di percosse da parte del compagno. Con il risultato che alla fine lui è finito a giudizio con laccusa di tentata estorsione e lei con quella di calunnia aggravata.
Questa almeno la conclusione del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, chiamato a far luce sullaccusa di concussione e violenza sessuale ai danni di Maria Gabriella Ferrario, 54 anni, piovuta in capo al pm di Novara lo scorso agosto. A puntare il dito contro di lui il fidanzato di questultima, Carlo Viti, 50enne detenuto nel carcere di Novara già pregiudicato per lomicidio di una donna, che il 12 agosto ha scritto al procuratore capo di Novara sostenendo che il pm aveva chiesto prestazioni sessuali alla sua compagna in cambio del proprio interessamento a fargli ottenere gli arresti domiciliari e che lei aveva registrato la conversazione. Stessa versione fornita dalla Ferrario alla Digos. La donna si era detta vittima di una concussione sessuale. Tutto falso. La donna, infatti, ha racconato di aver ricevuto diverse telefonate di molestie dal pm molestatore.
Così, il giudice per le indagini preliminari Andrea Ghinetti ha disposto larchiviazione della posizione del magistrato di Novara. Per Ferrario e Viti, invece, il gip ha deciso per il giudizio immediato.
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