Storia sul coraggio di vivere, sul palco attori con Asperger

Una commedia sulle fragilità e le bugie: è il secondo spettacolo della compagnia diretta da Alice De Andrè

Storia sul coraggio di vivere, sul palco attori con Asperger
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E siamo al secondo spettacolo (la terza e quarta replica). Che ha debuttato a giugno, sold out in poche ore. Per chi se lo fosse perso, qualche biglietto è ancora disponibile per oggi e domani sera. Il teatro Gerolamo torna a ospitare la compagnia teatrale della Fondazione Un futuro per l'Asperger diretta da Alice De Andrè. Dopo "Take me aut - L'eroe che è in me" ecco "Caffè con Vista". Il cast è composto da ragazzi con la Sindrome di Asperger che è una forma di autismo che si riassume nella "difficoltà di relazione".

"In realtà hanno il fuoco dentro, sono puri e sono liberi" così li descrive Alice che insegna loro teatro in un laboratorio pomeridiano alla scuola di Via Ondina Valla.

La De Andrè che oltre a essere regista è anche attrice, ha sempre raccontato di aver intrapreso questo percorso perchè "soffre di Asperger il figlio del compagno di mia mamma (Sabrina La Rosa, ex ballerina della Scala, seconda moglie di Cristiano) che è come mio fratello. Ricordo la scenata al ristorante di una signora che si era sentita offesa dal suo atteggiamento. C'è molta ignoranza in materia ed è giusto parlarne".

Il palco, dunque. E i dieci attori non vedono l'ora di salirci e di potersi esprimere, anche se le ultime prove si fanno centellinando le forze. "Devono tutti custodire la loro energia per le serate - ha chiarito la regista - Gli spettacoli in un vero teatro hanno alzato la loro autostima. I ragazzi ora sanno che possono farcela, che possono stare su un palco. D'altro canto anche il pubblico, vedendoli in un contesto diverso da quello abituale, ha imparato a guardarli con occhi diversi". "Caffè con vista" racconta, con ironia e delicatezza, il microcosmo emotivo di dieci ragazzi chiusi in una stanza che è insieme rifugio, prigione e sogno. "Tutti abbiamo una zona comfort e tutti, in qualche momento della vita, ci siamo sentiti combattuti fra il desiderio di evadere e il timore di farlo, fra la voglia di avventura e la sicurezza delle nostre certezze".

Sulla scena c'è una stanza, con una macchina del caffè sempre rotta e una finestra che dà sul mondo. Un luogo sospeso in cui i protagonisti vivono, mentono, si nascondono, si raccontano e a volte si ascoltano. Ogni personaggio porta con sé una bugia bianca, un modo per proteggersi da ciò che fa paura: essere visti davvero. Ma qualcosa cambia. La macchina del caffè simbolo silenzioso del non detto comincia a reagire solo quando si dice la verità. "Parliamo di paure e di fragilità e delle bugie bianche che sono quelle che non fanno male a nessuno) ma che rischiano di rimanerci incollate tutta la vita se non le smascheriamo. Ma poi accade che quanto ti riveli vulnerabile spesso trovi uno specchio, perchè anche l'altro si confida: due negativi fanno un positivo - riassume De Andrè - infatti insieme ci sentiamo più forti". Non è tutto. "Gli attori ci mostrano che l'emotività è propria di ogni essere umano, non c'è differenza fra i ragazzi dello spettro autistico e noi".

Sul palco pare vederli lottare, i ragazzi, con la parte di loro stessi che vogliono smascherare e guardare negli occhi. Prossimo step? "L'obbiettivo è portare gli spettacoli in giro per il mondo, ci siamo affidati a un'agenzia". Dopo la finestra li attende un portone spalancato.

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