
"È tornato dai suoi compagni della Corazzata Roma", così il ministro della Difesa Guido Crosetto ha salutato con riconoscenza Gustavo Bellazzini, scomparso oggi all'età di 103 anni. Era ultimo superstite della nave da battaglia Roma, affondata nel Mediterraneo il 9 settembre 1943. L'indomani dell'Armistizio che divise in due l'Italia che era già in guerra da tre anni.
"Onoriamo il passato ricordando uomini che hanno sacrificato se stessi per un'Italia che oggi, senza di loro, non esisterebbe per come la conosciamo. Il mio ultimo riconoscente saluto al marinaio Bellazzini. A Dio, Gustavo". Parole solenni quelle del ministro Crosetto, come non se ne sentono più, specialmente quando ci si rivolge ai veterani che hanno servito dell'Italia quando l'Italia, allora regno, li ha chiamati a compiere il loro dovere.
Gustavo Bellazzini, classe 1921, originario di La Spezia, era imbarcato come marinaio scelto con il ruolo di fuochista sulla nave da battaglia della Regia Marina cui era stato assegnato il nome della capitale d'Italia. Terza della classe Littorio, la nave da battaglia Roma era salpata l'8 settembre al comando dell'ammiraglio Carlo Bergamini per quella che sarebbe stata l'ultima missione.
Dopo l'armistizio ratificato con gli angloamericani a Cassibile, entrato in vigore l'8 settembre 1943, la nave da battaglia Roma, che aveva assunto il ruolo di ammiraglia della flotta, ricevette l'ordine di abbandonare La Spezia per raggiungere un porto alleato presso l'isola della Maddalena, al nord della Sardegna. Quando la mattina del 9 settembre giunse nei pressi dell'isola, ormai occupata dai tedeschi, venne accattata da una formazione di bombardieri Dornier Do-17 della Luftwaffe tedesca, che sganciarono bombe radioguidate plananti del tipo Ruhrstahl SD 1400. Centrata dalle bombe con un carico esplosivo di 1.400 kg ciascuna. Alle ore 16.10 del 9 settembre la nave Roma affonda alle coordinate dove il relitto ancora giace, 400 metri sotto a superficie del mare.
Bellazzini si tuffò in tempo, mentre la nave gigantesca affondava, portando con sé 1529 anime. Fu uno dei 600 sopravvissuti. Issato a bordo di un'altra unità italiana in rotta, fu condotto nell'isola di Minorca insieme ad altre centinaia di superstiti. Alla Spezia tutti lo credevano morto. Riuscì a mandare sue notizie solo alcuni mesi più tardi. Da allora non ha mai smesso di tramandare la memoria dei suoi compagni d'armi sulla nave ammiraglia Roma.
Nel 2023, alla veneranda età di 100 anni, aveva ricevuto la decorazione
d'onore interforze durante la festa della Marina Militare tenutasi alla Spezia. Chi lo conosceva, ricorda che era solito dire "Posso dimenticarmi cosa ho mangiato per colazione, ma non dimenticherò mai la mia nave".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.