Storia d'assalto

Commando in kayak, il leggendario raid dei Marines

A ottanta anni dalla sua tragica conclusione, l'operazione Frankton, condotta da un commando di Royal Marines che tornano noti alle cronache, rimane una delle incursioni più coraggiose e leggendarie della storia

Commandos in kayak, il leggendario raid nella Gironda

Uno sbuffo di schiuma compare all’improvviso sulla superficie d’un mare scuro come pece e privo d’una sola onda. Una sagoma scura e affilata la segue , affiorando dalle profondità degli abissi. È un fatto di solito metallo, ma compare silenzioso come un grosso pesce preistorico che pare esserci spinto fino all’estuario della Gironda per saggiare l’acqua dolce. Ma sono i bastimenti nemici ed una missione impossibile ad aver attratto l’HMS Tuna, sommergibile britannico classe T, oltre il possibile. Spingendolo proprio fin sotto la costa occidentale della Francia ormai occupata dai nazisti. È il 7 dicembre del 1942.

Dal ponte del Tuna, sei piccoli kayak a due posti - tipo "Cockle" Mk II - vengono calati in mare. E con loro i rispettivi equipaggi per un totale di dodici commandos dei Royal Marines. Inquadrati nello Special Boat Service, e più precisamente Royal Marines Boom Patrol Detachment. Rispondono tutti agli ordini di un egocentrico e determinato maggiore, che porta un paio di lungi e folti baffi biondi. Tra gli ufficiali è noto con il soprannome di Blondie, nonostante l’incipiente calvizie lo abbia già reso calvo. Ma il suo nome completo è Herbert George Hasler. Ha il volto pinto di tintura nera per mimetizzarsi meglio nella notte, e il cranio calvo coperto dal tipico berretto di di lana scura che adoperano i commandos. Così bardato, i suoi baffi imperiali biondo cenere risaltano ancora di più.

Il SOE, divisione per il sabotaggio e le operazioni "particolari” nata sotto l’auspicio di “infiammare l’Europa” occupata, gli ha affidato un compito a dir poco audace: pagaiare per 145 chilometri e infiltrarsi furtivamente nel porto di Bordeaux per piazzare delle cariche esplosive (essenzialmente mine Limpet, ndr) sulle navi mercantili tedesche ancora alla fonda, svanendo poi nell’oscurità, come spettri inviati per togliere il sonno ad Adolf Hitler, all’Ammiraglio Canaris e a tutto l’alto comando della Kriegsmarine. L’operazione prenderà il nome in codice “Frankton”, mentre i dieci commandos passeranno alla storia come gli eroi delle Cockleshell.

L'incursione più coraggiosa e mai tentata

Dopo il disastro di Dieppe, le operazione di commandos su “vasta scala” erano state escluse fino a nuove ordina dal Comando per operazione combinate. Tuttavia, era necessario e impellente sabotare la rotta che trasportava "attrezzature speciali” in Giappone, alleato della Germania quale potenze dell’Asse. Si optò dunque per inviare una piccola squadra di incursori ben addestrati che avrebbero risalito la Gironda, sebbene fortemente difeso, approfittando del favore delle tenebre. Dei sei kayak appositamente studiati per operazioni di questo genere, uno rimase danneggiato al preludio dell’operazione. Proseguirono quindi solo 5 equipaggi, divisi in due formazione: la A, che comprendeva i kayak con i nomi in codice di Catfish, Crayfish e Conger, e la B che ridotta di una unità contava solo Seppie e Coalfish.

Lasciate nove chilometri al largo di Montalivet-Soulac, le cinque Cockleshell entrano nell’estuario della Gironda - fortificato e ben difese - per seguire il piano che prevede una serie di tappe, ma già la prima sera una canoa affonda, riducendo a il gruppo d’attacco a quattro unità, poi a tre e in fino a solo due unità superstiti che proseguono verso l’obiettivo. Sono Catfish e Crayfish, che arriveranno nel porto di Bordeaux nella notte tra l’11 e il 12 dicembre, piazzando oltre una dozzina di mine magnetiche su cinque mercantili e una nave da guerra, portando a termine con successo la missione. Non potevano sapere come i loro compagni dispersi fossero già caduti in mano dei tedeschi, che hanno l’ordine di giustiziare i commandos per esplicito volere di Hitler.

L'epilogo di una missione rischiosa

Separatisi, i due equipaggi risalgono la Gironda dove si sta già dando la caccia a ulteriori “incursori”. Sbarcati a Saint-Genès-de-Blaye, i quattro commandos affondarono i loro kayak per proseguire a piedi, ma solo l’equipaggio della Catfish - composto proprio dal comandante Hasler e dal caporale Sparks - riuscirà ad arrivare a Ruffec nella Charente per seguire la via di fuga "Marie Claire", e raggiungere di lì la Spagna neutrale e finalmente Gibilterra. Dove arriveranno solo il 23 febbraio del 1943.

Il secondo equipaggio superstite, verrà catturato e giustiziato come gli altri temerari Royal Marine che oggi vengono ancora ricordati - ogni anno - per la celebre impresa. Sebbene non sia stata decisiva sul piano strategico e nemmeno sul piano del morale - i danni inflitti al nemico furono marginali a confronto delle perdite - Lord Mountbatten, capo delle Operazioni Combinate, non stentò a considerare l’Operazione Frankton come "la più coraggiosa e fantasiosa di tutte le incursioni mai effettuate dagli uomini delle operazioni combinate”.

Il celebre corpo dei Royal Marines, che ancora oggi può contare sullo Special Boat Service, non ha mai smesso di rendere omaggio all'incursione di Blondie Hasler e del suo manipolo di coraggiosi. Celebrando la storia di queste due formazioni d'élite tra le più letali, efficaci e preparate nel pianeta. Vantando un'esperienza sul campo di battaglia unica nel suo genere. Non è un caso, infatti, se queste truppe d'élite siano state recentemente menzionate da quelle voci indiscrete che le vedrebbero al centro di operazioni "ad alto rischio", condotte sotto copertura nel teatro di scontro ucraino.

Le missioni più complesse e delicate, ieri come oggi, vanno affidate agli uomini migliori.

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