Si è spento a 91 anni il giornalista neozelandese Peter Arnett, tra i più famosi reporter di guerra, vincitore del Premio Pulitzer nel 1966 per la copertura della guerra del Vietnam per l'agenzia Associated Press.
Venticinque anni dopo per la Cnn ottenne una grandissima visibilità mediatica per i collegamenti in diretta dall'Iraq durante la prima guerra del Golfo. Fu l'unico reporter a documentare dall'Hotel Al-Rashid di Baghdad i primi bombardamenti americani del 17 gennaio 1991. Si collegava al telefono dalla sua stanza d'albergo.
L'esperienza in Vietnam
Prima di arrivare in Vietnam per raccontare la sanguinosa guerra aveva fatto il corrispondente in Indonesia, sempre per l'Ap. Ma era stata un'esperienza brevissima quella, per certi versi surreale. Dopo aver detto che l'economia del Paese era in rovina, la leadership politica di Giacarta lo espulse, e così dovette fare i bagagli e raccontare il mondo da un'altra angolazione.
Arrivato a Saigon nel 1962 Arnett si trovò a collaborare con una squadra di validissimi giornalisti, tra cui il capo della sede Malcolm Browne e il fotografo Horst Faas: insieme avrebbero poi vinto tre Premi Pulitzer. Arnett rimase tredici lunghi anni in Vietnam, fino alla caduta di Saigon nelle mani dei ribelli nord vietnamiti avvenuta nel 1975.

Proprio nei giorni che portarono alla fine del sanguinoso conflitto da New York gli arrivò l'ordine di iniziare a distruggere i documenti dell'ufficio di corrispondenza, visto che la copertura mediatica della guerra stava per finire. Lui invece agì in modo diverso e spedì gran parte del materiale al suo appartamento di New York, nella convinzione che un giorno avrebbe potuto avere un valore storico. Ora si trovano negli archivi dell'AP.

La nuova avventura con la Cnn
All'agenzia AP Arnett rimase fino al 1981. Dopo iniziò a lavorare per la Cnn, emittente tv appena fondata da Ted Turner. Da Baghdad raccontò non solo dei combattimenti ma riuscì anche a realizzare interviste esclusive, tra cui una controversa con Saddam Hussein e Osama bin Laden, che alcuni anni dopo avrebbe organizzato gli attentati dell'11 settembre. Tra le sue amarezze ci fu quella di essere accusato da venti membri del Congresso degli Stati Uniti di "giornalismo antipatriottico".
Fu licenziato dopo la sua intervista ad una trasmissione tv, nel1998, in cui affermava che nell'operazione segreta "Tailwind" del 1970 le truppe speciali Usa avevano usato gas nervino nel Laos per stanare dei
disertori. Nel 2003 venne allontanato da NBC, MSNBC e dal National Geographic per un'intervista a un canale tv iracheno. Nel 2007 lasciò definitivamente il giornalismo ma continuò a tenere corsi all'università cinese di Shantou.