La storia/1 Con le valigie in mano

RomaIeri pomeriggio, mentre l’aula era impegnata nel voto lampo della legge di stabilità, i cronisti parlamentari si divertivano a immaginare chi fosse l’ex ministro citato da un’agenzia delle 13.26. Secondo quanto riportato dal take il responsabile di un dicastero avrebbe chiesto ai questori della Camera dei deputati un ufficio di almeno 300 mq a Palazzo Marini. Il toto-ministro non ha dato esiti. I questori, inseguiti e interrogati dai più curiosi tra i giornalisti, non hanno risposto. Si dice il peccato - sussurravano a disagio - non il peccatore. Insomma c’è fame di spazio ma anche di comodità tra i membri del governo uscente.
Che era aria di trasloco lo si capiva anche da tutti quegli scatoloni in arrivo a Montecitorio. Nel sabato del voto sul ddl stabilità sono rimasti aperti tutti i «palazzi del potere» per permettere a commessi e facchini di portar via scatoloni ed effetti personali di ministri e sottosegretari. Una cinquantina di persone tra ministri e sottosegretari, con relativi staff è, ad esempio, il piccolo popolo in fuga del Pdl. Un popolo in febbrile attesa di una sistemazione. Almeno logistica. I cronisti hanno già ribattezzato gli uffici del gruppo del Pdl alla Camera «agenzia immobiliare Pdl». Un’agenzia, peraltro, in ambasce vista la carenza di spazi disponibili. Alcuni degli scatoloni sono stati infatti sistemati proprio negli uffici del gruppo, divisi tra Montecitorio e Palazzo Marini, altri sono stati dirottati nei più lontani uffici di via dell’Umiltà.
Tra i ministri che hanno un bagaglio leggero ma prestigioso c’è sicuramente Franco Frattini. Il ministro degli Esteri (ormai ex) tornerà domani alla Farnesina per l’ultimo brindisi con staff e collaboratori più stretti. Si dice pure che abbia deciso di aspettare l’arrivo del successore (secondo i bene informati sarà Giuliano Amato) per un simbolico passaggio di consegne. Frattini ha fatto impacchettare tutto. Soprattutto l’enorme quantità di regali (istituzionali) ricevuti nel corso delle numerose missioni all’estero. Finiranno tutti sul banco del tradizionale mercatino di beneficenza organizzato dai dipendenti della Farnesina. Soltanto le foto che lo ritraggono con Obama e con la Clinton prenderanno la strada di casa. Molto più semplice e veloce il trasloco degli effetti personali di Giancarlo Galan. Il responsabile dei Beni culturali si è praticamente limitato a salvare la posta elettronica sul computer. Galan è lì solo dal 23 marzo scorso. Pochi souvenir, quindi, e soprattutto poche certezze per l’ex presidente della Regione Veneto che non è parlamentare.

A viale Trastevere la tradizionale operazione della raccolta degli oggetti personali negli scatoloni è stata contornata anche da più di un pianto da parte della Gelmini e del suo staff, mentre la sua collega Mara Carfagna ha chiuso ben dieci scatoloni di libri che ieri mattina hanno lasciato gli uffici di largo Chigi per attraversare via del Corso e finire, quindi, negli uffici del gruppo a Montecitorio. Oltre a questi anche sei mappamondi impacchettati con particolare cura. Fanno, infatti, parte della collezione personale dell’ex ministro.

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