LO STORICO FERNANDO G. SANZ

«Hanno superato ogni limite». Fernando Garcia Sanz sfoglia i giornali spagnoli e commenta: «Una denigrazione inaccettabile per l’Italia». Lui, che ha passato buona parte della sua vita a studiare la storia parallela delle due sorelle mediterranee, oggi commenta: «L’italia è diventata come la Spagna di qualche anno fa: il capro espiatorio dell’Europa». Sanz guarda il mondo con l’occhio dello storico, uno che ha raccontato la guerra civile, le ferite e le fratture, della Spagna e dell’Europa, e che ora fatica a capire questa politica di fango e di carta.
Cosa pensa delle foto scandalo che ha pubblicato ieri «El País?»
«Berlusconi è un obiettivo. Ma sa perché succede?».
No, perché?
«È facile prendersela con lui, e lui non si aiuta. Ha un concetto diverso delle cose, della politica, che non è ortodosso».
Cosa c’è dietro queste critiche?
«Mi dispiace dirlo ma certi giornalisti sono andati oltre. Per criticare Berlusconi coinvolgono tutto il Paese, tutti gli italiani».
Dicono che è la democrazia, la libertà dell’informazione.
«La loro è critica violenta fine a se stessa. Quando si parla dell’Italia manca un’analisi. Non è informazione, così è solo un circo, un tiro al bersaglio. Si attacca Berlusconi e si attacca l’Italia, come se fossero una cosa sola».
Cosa la preoccupa?
«Così è solo denigrazione inaccettabile, senza più legami con la realtà. È scollegata. Il risultato è una deformazione, senza il minimo rispetto degli altri e del reale. Quello che manca, in queste pseudo critiche, è l’analisi di elementi concreti».
Quali?
«C'è una valida alternativa politica a Berlusconi? Forse no. Di fatto 17 milioni di italiani lo hanno eletto. La sinistra è inesistente e al momento non ci sono possibili sostituti di Berlusconi. Magari l’analisi dovrebbe partire da qui».
Questa violenza mediatica danneggia anche gli italiani?
«Certo. Ho scritto un pezzo sulla Vanguardia (quotidiano di Barcellona) per denunciare questo scempio. Un opinionista ha definito Berlusconi un delinquente, ma non solo. Ha detto che gli italiani lo hanno votato perché sono altrettanto delinquenti. Un’affermazione di una gravità estrema e pericolosa. E io ho sentito il dovere di oppormi».
C’è un complotto, secondo lei?
«No, è solo che tutto quello che si dice o si scrive di Berlusconi vende.

Ripeto, non ci sono complotti o ragionamenti complicati, almeno in Spagna. In Italia non lo so».
Perché allora questo accanimento?
«È ignoranza. È il potere dello stereotipo. E Berlusconi è perfetto. È il leader europeo più conosciuto».

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