Ariela Piattelli
Correva lanno 1978 quando con la legge Basaglia veniva sancita la chiusura degli ospedali psichiatrici: anche il manicomio a Santa Maria della Pietà chiudeva i battenti e quel luogo di segregazione tornò ad unapparente normalità, un parco con 35 palazzine allinterno, che hanno visto le sofferenze di quelle persone colpite dal male della pazzia. Ieri si sono concluse le riprese di Padiglione 22, opera prima del giovane regista Livio Bordone, un film che racconta, attraverso le regole del genere horror-thriller, un pezzo di storia della capitale: Laura, interpretata da Regina Orioli (Ovosodo, Lultimo bacio) è un giovane architetto e conduce una vita come tante, ma nel suo passato campeggia il fantasma di suo fratello Valerio (Giuseppe Antignati), che era stato rinchiuso da bambino, perché schizofrenico, nel padiglione 22 di Santa Maria della Pietà, dove un giorno viene trovato morto. Lo spirito di Valerio comincia ad ossessionare Laura, divorata dai sensi di colpa causati dallindifferenza verso il fratello. Come in un viaggio nel tempo, in unatmosfera allucinata, Laura torna agli anni settanta, vive momenti del passato ed incontri con i fantasmi dei degenti del padiglione e di Valerio. Bordone racconta come questo film sia il frutto di unilluminazione, di unesperienza unica: «Un giorno di qualche anno fa, un amico mi ha portato a fare una passeggiata a Santa Maria della Pietà; dopo aver camminato tra la gente che passeggiava tranquilla nel parco, mi trovai improvvisamente davanti al padiglione 22; entrai dentro la palazzina, poi uscii subito, terrorizzato, perché avevo sentito che quel posto era imbevuto delle sofferenze altrui. Ho deciso di dar vita a questo film».
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