Strage nel Mantovano, l'omicida si costituisce: "Stanco, mi arrendo"

Omar Bianchera, l'uomo che questa mattina ha seminato il terrore a Volta Mantovana, ammazzando la ex moglie, una vicina di casa e un agricoltore, si è costituito dopo una fuga durata tutta la giornata

Strage nel Mantovano, 
l'omicida si costituisce: 
"Stanco, mi arrendo"

Milano - Una giornata di paura e follia. Dopo una lunga caccia all'uomo, Omar Bianchera, che in mattinata ha seminato il panico tra Mantova e Brescia, uccidendo tre persone, si è costituito telefonando al 113. La telefonata è stata ricevuta dalla questura di Brescia e sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Salò competenti per Anfo, il comune della Valsabbia dove il fuggitivo era arrivato scappando dal mantovano dopo il triplice omicidio. Le voci che il Bianchera si stesse dirigendo in Valsabbia circolavano sin dal primo pomeriggio.

La telefonata al 113: "Non so cosa fare" "Sono armato, mi voglio costituire, non so cosa fare". Sono queste le parole con cui Bianchera si è rivolto all'operatore del 113 per dire che era pronto a costituirsi. Una fuga durate ore, in auto dal mantovano, aggirando il Garda, poi in Valsabbia. Trascinandosi dietro armi e disperazione. Forse lentamente rendendosi conto di quello che aveva fatto. Sono quasi le 19 quando al 113, centrale operativa della questura di Brescia, arriva la telefonata di Biancheri. La caccia all'uomo è scattata da ore. Tutte le forze dell'ordine sono sotto pressione. L'operatore alza il telefono e sente quelle parole: "Sono armato mi voglio costituire...". Il poliziotto capisce rapidamente con chi ha a che fare. Si sa che il fuggitivo è arrivato nel bresciano perchè il suo cellulare ha agganciato una cella della zona quando ha telefonato alla madre. "Dove sei ?", gli chiede con calma l'agente. "Non lo so..", risponde l'uomo. L'operatore capisce che il fuggitivo è stanco, confuso. "Guardati attorno - gli dice allora - Vedi qualche indicazione, qualche particolare che può servire?". "Non c'è niente - risponde stancamente l'uomo - vedo solo un lago". Quella zona è piena di laghi e laghetti. "Sì - lo incalza il poliziotto - ma è un lago piccolo, grande, è forse il lago di Garda?". "Non è un lago grande - risponde Bianchera - mi sembra piuttosto piccolo". Il poliziotto sa in quale zona si sono concentrate le ricerche e in quella zona c'è il piccolo lago d'Idro. "Ascoltami - dice allora l'operatore all'uomo - cammina fino a quando vedi un qualunque cartello stradale". Bianchera comincia a camminare. L'operatore attende. Passano tre minuti. "Ecco - dice infine Bianchera - vedo un cartello con la scritta Anfo". "Stai fermo lì - gli risponde l'agente - Ti mando subito qualcuno".

Recuperate le arme di Bianchera I carabinieri mantovani hanno anche recuperato le armi con le quali Bianchera ha compiuto la strage. A quanto si è saputo, l'uomo, ha telefonato al 113 per avvisare che si sarebbe costituito e quando i carabinieri lo hanno individuato non ha opposto alcuna resistenza. Omar Bianchera sarà quindi trasferito al Comando provinciale dei carabinieri di Mantova dopo un passaggio alla compagnia dei carabinieri di Salò. Era stato individuato e bloccato ad Anfo, un paese del lago d'Idro.

La strage Bianchera, 42 anni residente a Mantova, ha ucciso la ex moglie, Daniela Gardoni, di circa 40 anni, una vicina di casa e un’altra persona prima di far perdere le sue tracce nei boschi che attorniano la zona collinare dell’alto mantovano, vicino al lago di Garda.

Una mattinata di follia La strage è cominciata questa mattina in un appartamento nella via principale di Volta Mantovana, viale Risorgimento. Qui Bianchera avrebbe raggiunto la ex moglie con la quale si era separato da alcuni anni. Lei aveva ottenuto divorzio. Tra i due sarebbe scoppiata in strada una lite furibonda figlia dei contrasti preesistenti tra i due coniugi, nel corso della quale l’uomo ha fatto fuoco , uccidendola sul colpo. Poi, in auto, avrebbe raggiunto un bar che si trova alla periferia del paese, sulla strada per Monzambano, e qui avrebbe ucciso una vicina di casa con la quale esistevano da tempo dissapori per motivi non ancora noti. Quindi avrebbe raggiunto il paesino di Picar, a un chilometro di distanza, dove avrebbe ucciso un uomo di 35 anni in auto, un vignaiolo del paese, nel cortile di casa sua. Anche in questo caso sembra che tra i due da tempo i rapporti fossero tesi ma non si sa ancora per quale motivo. Bianchera è quindi fuggito.

Terza vittima in macchina con moglie e figli Era in auto con la moglie e i due figli piccoli, Walter Platter, 35 anni, terza vittima di Omar Bianchera. Prima di sparare l'uomo ha fatto scendere la donna e i figli poi ha fatto fuoco. La moglie, Virginia Deidonè, ha tentato di mettersi in mezzo ed è rimasta ferita. Bianchera si era diretto verso l'azienda agricola Platter, a Monzambano, in località Pille, nelle campagne del paese, dopo aver ucciso Maria Bianchera, che nonostante il cognome non ha alcun rapporto di parentela con l'omicida. A quanto si è appreso voleva regolare i conti con il capofamiglia. Nella corte si è imbattuto invece nel figlio di Luigi, Walter, che stava partendo per una gita in auto con la moglie e due bambini. Bianchera ha fatto scendere la donna e i figli e poi ha fatto fuoco su Platter che era rimasto in auto e lo ha ucciso. La moglie Virginia, nel tentativo di difendere il marito è rimasta ferita di striscio. Poi è fuggita in strada per chiedere aiuto

Un testimone: "Mi ha detto spostati, e ha sparato" A raccontarlo è un giovane di Volta Mantovana che è intervenuto per cercare di soccorrere Daniela Gardoni, 43 anni, prima vittima di Bianchera. Il ragazzo era fermo ad un semaforo quando ha visto arrivare a grande velocità la Ford Focus di Daniela Gardoni, che ha perso il controllo ed è andata a sbattere contro un'altra vettura. La donna infatti era inseguita dall'ex marito, ma il testimone ancora non lo sapeva. "Mi sono avvicinato e ho cercato di soccorrere la donna che era china sul volante - ha raccontato il ragazzo - Poi è arrivato lui come una furia, mi ha detto spostati, mi ha dato uno spintone e ha sparato alla donna dal finestrino, ma forse lei neppure se ne è accorta". 

L'uomo telefona alla madre: ho fatto un macello
Omar Bianchera,dopo la strage ha telefonato alla madre e le ha detto: "ho fatto un macello". Il telefono cellulare di Bianchera, a quanto si è saputo, per effettuare la telefonata si è agganciato a una cella di Pozzolengo, un paese nel bresciano poco distante dal luogo in cui è avvenuto il terzo omicidio.

Le indagini Un uomo armato e disperato in fuga per i boschi. Per tutta la giornata le forze dell’ordine hanno organizzato battute e posti di blocco in tutta la zona per rintracciarlo ma l’uomo sembrava aver fatto perdere le proprie tracce lungo i declivi che arrivano sino al Garda, tra le province di Brescia, Mantova e Verona.

Panico tra la popolazione La notizia del triplice omicidio ha seminato il panico tra gli abitanti della zona. Strade deserte e finestre sbarrate a Volta Mantovana e nelle zone circostanti, dove è in corso la caccia all'uomo. "Ha già ucciso tre volte - ha detto la titolare di un bar alla periferia del paese - potrebbe farlo ancora".  

Lo sgomento del primo cittadino "Cosa vuole che le dica, sono esterefatto, tutto il nostro Comune è sconvolto. E la cosa grave è che non è ancora finita". Giuseppe detto Pino Adami, sindaco di Volta Mantovana, il Comune dove è iniziata, questa mattina, la follia omicida di Omar Bianchera, non sa capacitarsi di quanto è accaduto e può ancora succedere. Bianchera, infatti, non è stato ancora individuato e arrestato. "È una cosa pazzesca, nemmeno prevedibile -aggiunge Adami- chi poteva immaginarlo?".

Il sindaco racconta che, a memoria d'uomo, nel Comune, 7.300 abitanti in tutto, una cosa simile non era mai accaduta. Bianchera, lui, non l'ha mai conosciuto direttamente ma, essendo medico, aveva in cura come paziente una delle sue vittime.


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