Stragi, mafia, Br: Schifani apre l’archivio dei misteri "E' utile alla democrazia"

Da Moro a Gladio, oltre 1.200 faldoni consultabili in Senato. Operazione trasparenza del presidente: "Utile alla democrazia"

Stragi, mafia, Br: Schifani  
apre l’archivio dei misteri 
"E' utile alla democrazia"

Roma - Un milione di pagine sui punti oscuri della storia italiana, trentuno filoni d’inchiesta suddivisi in 1222 faldoni. Materiale da archivisti ma anche da appassionati di storia contemporanea e da cacciatori di verità, perché queste centinaia di migliaia di pagine racchiudono gli atti della commissione stragi: documenti, audizioni, interventi parlamentari attraverso i quali si possono ricostruire i fatti più inquietanti, le indagini spesso mai risolte, degli ultimi cinquant’anni del Paese.

L’archivio è da oggi aperto in Senato, completamente digitalizzato per la consultazione personale. Per ora sono disponibili tutti gli atti di quattro legislature, dalla decima alla quattordicesima, un decennio che copre tutti gli anni Novanta. Qualsiasi cittadino vi può accedere recandosi a palazzo Giustiniani, negli uffici dell’archivio storico. «La trasparenza è la condizione irrinunciabile della democrazia», ha spiegato il presidente del Senato, Renato Schifani, inaugurando la presentazione dell’archivio informatico: «Nel rispetto della legislazione vigente di Stato - ha precisato - il Senato si propone di superare tutti gli ostacoli che finora hanno impedito la conoscenza degli elementi utili per la ricerca della verità».

In questi giorni di dibattito vivace sulle stragi di mafia del ’92 e del ’93, quando le bombe di Cosa nostra vengono riviste alla luce di un alleggerimento del carcere duro per i mafiosi dell’epoca tutto da approfondire, la messa a disposizione degli atti del parlamento va nella direzione delle richieste «dei familiari delle vittime delle stragi», ha puntualizzato la seconda carica dello Stato. A ragionevole distanza di tempo da quei fatti, si impone «il coraggio di rendere le istituzioni come case di cristallo», in onore di quegli «uomini e donne semplici», vittime del terrorismo: «È necessario ritornare alle loro storie, sentirci come in debito morale e civile con ciascuno di loro».
Oltre alle stragi di mafia del ’93, il milione di pagine consultabili contengono atti sul delitto Pecorelli, piazza Fontana, il delitto Calabresi, Gladio e Gladio Rossa, le stragi di Bologna, di Peteano, di piazza della Loggia, del treno Italicus. Sono a disposizione dei cittadini poi i fascicoli sul caso Moro, su Ustica, sulla Uno bianca. Altri faldoni racchiudono informazioni su «eversione di destra», «terrorismo di sinistra», «terrorismo internazionale», passando per la P2 e il dossier Mitrokhin.

Allegata a questa documentazione si trova inoltre una vasta rassegna stampa raccolta dalla commissione stragi nel corso degli anni. «È grave - ha proseguito Schifani - che in 14 stragi di terrorismo non siano stati ancora individuati i mandanti». Ci sono ancora «molte verità da ricercare con onestà e coraggio, senza pregiudizi. La prima forma di giustizia è la verità. Sono nemici della verità le strumentalizzazioni, i depistaggi e le faziosità».

La trasparenza è completa: per immergersi nella storia pubblica più

cruenta degli ultimi anni basta compilare un modulo scaricabile dal sito Internet del Senato. Dopo circa tre giorni l’archivio risponde con l’invio di una tessera che consente di accedere per sei mesi a palazzo Giustiniani.

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