Strisce gialle? Grazie, ma se c’è il posto

Strisce gialle? Grazie, ma se c’è il posto

Caro Direttore, nei giorni scorsi sono comparse numerose e nuove corsie preferenziali per il servizio di trasporto pubblico. Benissimo, il fatto detto così potrebbe sembrare positivo, ma purtroppo nella nostra città il problema non è proprio così semplice. Come al solito la zona di Ponente della città è trattata come se fosse in secondo piano, «abbiamo» piazzato lì le corsie dei bus e via, tutto va bene. La invito a venire di persona nella zona di Sestri Ponente e Pegli per constatare il disastro che è stato fatto con questa trovata. Inoltre faccio subito notare che il disagio si avverte già adesso a scuole chiuse e con tempo buono. Il punto è questo: non vorrei che questa cosa passasse come l’ennesimo mugugno di pochi genovesi, che come al solito hanno il vizietto di lamentarsi tanto per farlo, invece no, con questa trovata che immagino sia partita dalla mente geniale del signor Arcangelo Merella il quale starà senza dubbio mettendo a frutto gli insegnamenti del master di Malta di quest’estate, il Ponente è paralizzato. Sì perché purtroppo piacerebbe anche a me e a tanti altri cittadini avere le corsie preferenziali per autobus, biciclette, pedoni e chi più ne ha più ne metta, ma lo spazio non l’abbiamo e si devono, prima di prendere decisioni radicali come questa considerare gli effetti si positivi, ma pure quelli negativi (che le assicuro sono moltissimi).
Inoltre come al solito la città decide a senso unico, ma cosa ben più grave decide e prende provvedimenti sempre e solo a vantaggio di una parte di cittadini. Sì, perché vede, la nostra città sembra che faccia di tutto solo ed esclusivamente per essere fatta a dimensione di impiegato statale o di pensionato, non perché queste due categorie citate non siano meritevoli di agio, ma non vorrei che si dimenticassero i numeri di tutti gli altri, che nel 90 per cento dei casi usano mezzi privati per muoversi nella città e non lo fanno per divertimento purtroppo, ma lo fanno per lavorare. Continua comunque la «crociata» contro il mezzo privato, è inutile negarlo, l’automobilista ma non solo lui, è sempre l’ultima ruota del carro, ci si ricorda della sua esistenza solamente quando si riscuote il bollo auto, l’assicurazione e soprattutto quando si riscuotono le multe. E già infatti in questi giorni di «rodaggio» se così si può chiamare, le corsie preferenziali stanno già dando i loro frutti, infatti al mattino presto ci sono vigili in agguato ovunque che non vedono l’ora che qualcuno invada le benedette corsie. Mi permetta una provocazione: sarà mica che questa volta si riuscirà a risanare il bilancio in rosso dell’Amt usando i soldi delle multe... A parte gli scherzi, stiamo tutti aspettando l’apertura delle scuole e le prime gocce di pioggia per aggiornare i nostri tempi di spostamento, già ora con tempo buono e scuole chiuse il traffico è insopportabile, vedremo cosa accadrà.
Per il momento i corrieri stanno già registrando un enorme affaticamento del servizio e ricordo che nel ponente ci sono una miriade di aziendine che vivono quasi esclusivamente sulla velocità delle consegne. Quello che comunque è un dato di fatto è che per noi piccoli imprenditori genovesi e non solo per noi, la città sta sempre divenendo meno vivibile e accogliente sarebbe forse l’ora di riuscire a farlo capire per tentare almeno di cambiare direzione una volta tanto. Stiamo raccogliendo numerose firme per contrastare questa decisione per noi assurda speriamo che serva a farci ascoltare. Per concludere le chiedo se le è possibile scrivere qualcosa su questo argomento e possibilmente di mettermi un po’ in luce, non si sa mai che riusciamo a farci sentire e vedere da qualcuno in più.


Caro signor Rapetti, sullo spazio da concedere all’argomento direi che da lettore attentissimo del Giornale qual è, avrà certo notato che ne abbiamo già concesso e, appena possibile, ne concederemo ancora.

Quanto alle sue ragioni, verrebbe da dire che sono fin troppo evidenti. Ma il problema forse è un altro: il Comune paga fior di consulenze e di seminari di aggiornamento, preferibilmente all’estero, per i problemi del traffico. Deve pur dimostrare che servono.
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