«Liberi di parlare. Liberi di ascoltare». Questo uno degli slogan più usati ieri in piazza San Pietro dagli studenti della Sapienza. E sì, perché contrariamente a quanto si sarebbe potuto pensare viste le proteste e le manifestazioni organizzate nei giorni scorsi nel primo ateneo capitolino per dire no alla visita del Pontefice, ieri, al Papa-Day cerano anche loro, gli studenti delluniversità più grande dEuropa, balzata agli «onori» della cronaca internazionale per la sua intolleranza. Cerano per ascoltare ma, più ancora, per farsi sentire. E vedere. Sin dalle prime ore del mattino. Con un anticipo di qualche ora rispetto allAngelus. «La Sapienza non è solo quella che si è messa in mostra in questi giorni - per Giorgio, 21 anni, futuro avvocato -. Ci sono tante persone pronte e interessate al dialogo. Leggere tutti i testi del mondo non serve se poi non si è in grado di ascoltare chi si ha vicino». Paola, 20 anni, Scienze statistiche, aggiunge: «Quello che è successo è una vergogna. Di manifestazioni alluniversità se ne fanno tante, a volte solo per saltare le lezioni. Non avrei mai creduto si potesse arrivare a tanto». «Non sono cattolico, ma questa non è una questione religiosa, non solo almeno. Sono qui per sostenere la libertà di parola di ogni uomo», dice Massimo, 20 anni, Filosofia. Malgrado laffollamento - oltre 200mila le persone in piazza e nelle strade limitrofe - la manifestazione degli universitari romani non è passata inosservata, tra cori da stadio al grido «Libertà» e striscioni, «Non sei potuto venire tu da noi, veniamo noi da te», «No ai cattivi maestri».
Daltronde, che alla Sapienza qualcosa stesse si stesse muovendo si era capito da un sondaggio-lampo fatto dal portale UniversiNet, dopo la rinuncia del Papa alla visita. In una sola mattinata, oltre 2mila le risposte giunte in redazione, il 50% delle quali di studenti dellateneo romano. Alla domanda «Sei contrario o favorevole alla visita del Papa alla Sapienza?», il 93% degli studenti si è detto favorevole. Solo il 5,8%, contrario. Al secondo punto, il sondaggio chiedeva di definire i professori contrari alla visita del Pontefice in nome della laicità. «Cattivi maestri» è stata la scelta nel 73% dei casi, seguita da «Professori indipendenti» e «Baroni universitari», rispettivamente con 12 e 11 per cento. Solo il 4% ha optato per «Campioni di laicità».
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