Lo stupratore è un calciatore francese

Alessia Marani

Ha un nome e un volto il maniaco che l’altra notte nei bagni del «Supper Club» di via De’ Nari, a due passi da piazza Navona, ha stuprato una studentessa americana ventenne della Temple University di Monteverde. È stata lei stessa a riconoscere la sua immagine confusa a una decina d’altre foto di giovani di colore negli uffici della IV sezione della squadra mobile di via di San Vitale. «È lui», ha detto sicura agli investigatori del dirigente Dania Manti. «Lui» altri non è che Dembelè Garrà, coetaneo della presunta vittima, nato in Mali, ex giocatore della Ligue 1 (la serie A) francese dove ha militato fino all’aprile scorso indossando la maglia dell’Auxerre, club della Borgogna. Liquidato in fretta e furia per «motivi disciplinari» («Era stato sorpreso a guidare in stato d’ebbrezza e senza patente», hanno fatto sapere dal team d’Oltralpe), Dembelè da allora ha tentato la carta italiana: prima nella Lazio, dove ha effettuato un provino durante l’estate, poi in questi giorni con la Cisco di Di Canio in C2. Ragione per cui si trovava nella Capitale. A quest’ora il francese sarebbe dovuto essere a Treviso per un altro provino, non prima di avere fatto tappa anche in Umbria per provare col Perugia. Ma le belle speranze dell’«indomabile» calciatore francese si sono infrante sulle sbarre del carcere romano di Regina Coeli, dove è ora rinchiuso in attesa che il gip convalidi il suo arresto. Se le accuse venissero confermate e s’aprisse il processo, la versione raccontata dalla statunitense verrà utilizzata come incidente probatorio, visto che a dicembre la studentessa d’Arte Antica aveva già in programma di lasciare l’Italia.
Intanto, l’altra notte, s’è consumato l’ennesimo stupro nella Città Eterna. Vittima questa volta una romena di 38 anni, attirata in trappola da un branco di cinque connazionali all’interno di uno stabile abbandonato in viale della Primavera, a Centocelle. I carabinieri di Casalbertone sono riusciti a individuare due degli aguzzini, un uomo di 34 anni e un ragazzo di 20 rintracciati nei pressi della stazione Tiburtina. «Questi fatti orribili - commenta Beatrice Lorenzin, coordinatore dei giovani di Forza Italia - fanno emergere una realtà inquietante del nostro Paese e confermano che quello della tutela della donna è diventato un problema serio che necessita di interventi tempestivi e forti. Le sole azioni coercitive non bastano. Servono sì maggiore severità, pene certe e un maggiore controllo del territorio, ma altrettanto importante è porre fine a quell’idea discriminante che relega la donna in un terreno di inferiorità e sottomissione».
E ieri il Silb-Fipe, sindacato dei gestori dei locali notturni, ha chiesto al questore Marcello Fulvi un incontro urgente per mettere a punto «una strategia comune per garantire la sicurezza al’interno dei luoghi pubblici in cui si svolge la vita notturna di molti giovani». «Nella Capitale - spiega Antonio Flamini, presidente della sezione provinciale - i locali sono molto più sicuri che in altre città europee. Senza parlare di allarmismo, ma raccogliendo comunque il campanello d’allarme, restiamo in attesa di poter parlare con il questore». Nei giorni scorsi, il Telefono Rosa, associazione che tutela le donne in difficoltà, aveva ribadito: «Gli stupri nella Capitale sono in aumento. Solo a noi è arrivato il 40 per cento in più di segnalazioni».

Il sottosegretario alla Solidarietà Sociale, Cristina De Luca, ha chiesto che le federazioni internazionali interdicano i campi di gioco a Garrà: «I calciatori - ha detto - nel bene e nel male, per molti ragazzi sono un esempio di vita».

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