Milano aspettava. Ma la firma è rimasta per due anni nelle penne del premier Romano Prodi e del ministro Giuliano Amato incapaci da dare una risposta alla domanda di sicurezza dei cittadini. Il leghista Roberto Maroni, invece, ci ha messo un solo giorno da ministro dell’Interno per nominare il prefetto Gian Valerio Lombardi commissario straordinario per l’emergenza rom. L’annuncio ieri durante l’incontro a Roma con Letizia Moratti. «Dopo due anni molto difficili in cui ho cercato il dialogo con le istituzioni senza vedere risultati concreti - le parole del sindaco al Viminale -. Ora si dimostra che la sicurezza è veramente una priorità per questo governo: guardiamo quindi con sollievo a questa nuova fase». Poi racconta di aver «portato al ministro il contributo di due anni di lavoro come sindaco, con una serie di punti» come la richiesta di certezza della pena senza sconti per i recidivi, misure più severe contro i reati che colpiscano le fasce più deboli della popolazione come abuso e sfruttamento di minori, truffe ad anziani, violenze sessuali, distinzione chiara tra spaccio e consumo di droga «per evitare sentenze come quella che ha dichiarato non punibile il possesso di 51 grammi di cocaina», raccordo sempre più stretto tra forze dell’ordine statali e polizia locale, con possibilità di quest’ultima di accedere alle banche dati nazionali, effettiva espulsione dei clandestini, maggiore presidio delle forze dell’ordine nei campi rom. Un «confronto molto utile - commenta Maroni - e proposte molto interessanti. Proprio a Milano il tema sicurezza è salito all’attenzione grazie alla marcia organizzata lo scorso anno da Moratti».
Nel pomeriggio l’incontro della Moratti con il nuovo sindaco Gianni Alemanno che ha chiesto anche per la capitale l’applicazione del modello Milano con il prefetto commissario ai rom. «Abbiamo parlato di sicurezza - spiega il primo cittadino di Roma -, il tema di più stringente attualità e abbiamo deciso che faremo proposte in merito al decreto affinché vengano raccolti i suggerimenti delle aree metropolitane. Ma abbiamo parlato anche di cultura, cooperazione internazionale, utilities. C’è stato uno scambio di proposte sulla sicurezza, abbiamo parlato di ambiente, public utilities e cooperazione culturale dove si possono prefigurare sinergie utili».
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