Marco Lombardo
Questa storia comincia dagli spaghetti, ovvero quello che Lee Byung-chul cominciò a vendere a Taegu nel 1938 grazie alla Samsung Sanghoe, piccola impresa di alimentari che ancora non sapeva che avrebbe lasciato un segno nel futuro. Si trattava di avere una visione - allora come adesso - e quando la Samsung divenne molto più tardi un vero e proprio Group, con divisioni che si occupavano di diversi settori del mercato, era chiaro che anche la tecnologia dovesse far parte del business. È infatti alla fine degli Anni Sessanta che, guardando il successo del vicino Giappone, in Corea si cominciò a pensare di costruire macchine sempre più avanzate. E quando nel 1969 Samsung Electronics cominciò a fabbricare piccoli televisori in bianco e nero, la missione era quella di diventare la numero 1 del mondo.
Oggi Samsung copre da sola un quinto del prodotto interno lordo dell'intera Corea del Sud, e per quanto riguarda il 2015 ha registrato un fatturato annuo di 177 miliardi di dollari, ha investito circa 13 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, è diventata la prima azienda del pianeta per quota del mercato «tv-smartphone-memoria a semiconduttori», ha venduto più di 389 milioni di telefoni cellulari, ha raggiunto i 38 siti di produzione, con 54 filiali dedicate alla vendita e 15 headquarter regionali. In più, vanta anche 36 centri di ricerca e sviluppo con oltre 63.000 tecnici impegnati nel disegnare il mondo che verrà.
E soprattutto, in questo 2016, festeggia i 25 anni della fondazione della filiale italiana oggi guidata come presidente da Carlo Barlocco, evento che sarà celebrato oggi al Samsung District, altro gioiello che la Corea ha regalato alla città di Milano e al nostro Paese. Presenti ricercatori dell'Università Bocconi, l'architetto Carlo Ratti, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, più altri (e alti) rappresentanti istituzionali, imprese, esponenti del mondo accademico e associativo, influencer e clienti: «In questi 25 anni abbiamo raggiunto grandi risultati racconta Barlocco -: Samsung in Italia ha circa 500 dipendenti e dà indirettamente lavoro ad altre 500 persone, numero che cresce in modo significativo con il lavoro indotto generato sui canali di vendita. Uno sforzo che si è tradotto in risultati, visto che qui da noi un televisore su due è Samsung e che dal 2012 al 2015 abbiamo venduto 74 milioni e mezzo di prodotti». Ma Samsung Italia non è solo business, così come insegnano i valori tramandati dalla Corea: ecco, allora, progetti per l'educazione e la sicurezza con programmi come Smart Future e la lotta al cyberbullismo, ecco l'affiancare lo sport e le passioni delle italiani (Samsung è sponsor della Juventus e collabora da vicino con il Coni e il volley femminile), ecco la sfida per il bello nel campo dell'arte e del made in Italy e per l'utile nei servizi pubblici. È la Visione, appunto, sostenibile e che guarda anche al design.
Alla bellezza di vivere nel Terzo millennio: «La nostra volontà è di partecipare in modo sempre più significativo alla trasformazione e crescita italiana - conclude Barlocco - anticipando trend di mercato e bisogni dei consumatori, lanciando sul mercato prima degli altri i dispositivi che meglio soddisfino i loro bisogni e aprano opportunità di crescita personale e professionale. L'ambizione è far evolvere la tecnologia per far crescere tutta l'Italia: e questa è la nostra visione, la prossima». Che è dunque la missione per i prossimi 25 anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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