Sul filo della lama: sfida tra eroi a colpi di ascia

I l cavaliere verde allora prende posizione sul suolo, e chinandosi un poco con la testa scopre la carne, le lunghe e folte ciocche solleva sopra il sommo del capo lasciando il nudo collo bene in vista. Gawain, poggiato a terra innanzi a sé il piede sinistro, afferra l'ascia e ben stretta la solleva in alto, lasciandola cadere velocemente sul collo scoperto, talché il filo della lama divide le ossa, s'affonda attraverso il chiaro grasso tagliandolo, e la lama d'acciaio lucente morde il terreno. La bella testa si stacca dalle spalle e picchia sul suolo, sì che molti la respingono coi piedi mentre rotola verso di loro; il sangue sprizza dal corpo, e riluce sul verde. Ma quel cavaliere tremendo non cade, non mostra un sussulto: anzi subito si erge diritto, sempre forte sulle sue gambe, e risoluto avanzando in mezzo alla gente riunita, raccoglie la sua bella testa sollevandola dal terreno. Si volge quindi verso il destriero, la mano mette alle redini, il piede dentro la staffa e balza sopra il cavallo: e intanto regge per i capelli la sua testa con una mano. Così saldamente si pone in arcione come se nulla gli fosse accaduto, mentre proprio lì in quella sala era stato decapitato.
Il torso agitava all'intorno / quel corpo orrido e sanguinante / e molti gelò il terrore / quando poi cominciò a parlare.


Poiché ha la testa serrata in mano, la leva in alto con il suo braccio e volge il viso verso la tavola ov'è seduta la dama più bella; si sollevano le due palpebre e gli occhi fissano spavaldamente, quindi la bocca prende a parlare e dice quello che qui vi riporto: «Bada, Gawain, di essere pronto ad andare come hai promesso e di cercami lealmente, signore, fino a trovami secondo il voto che in questo luogo tu hai pronunziato, alla presenza dei cavalieri. Alla Cappella Verde arriverai, e lì invero potrai ricevere, di questo te ne assicuro, un colpo simile a quello che hai dato».

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