«Sul palco un po’ Led Zeppelin e un po’ Beatles»

Se settanta milioni di copie vendute vi sembran poche, allora ci vuole un riferimento meno commerciale: la tecnica. Dal vivo i Red Hot Chili Peppers sono vecchio stile, nel senso che picchiano duro, cercano di variare gli arrangiamenti e non si fanno problemi a improvvisare. In fondo suonano senza sosta da trent’anni in tutti gli stadi del mondo. E anche stasera, all’Heineken Jammin’ Festival di Rho Milano, non si tireranno indietro nonostante un caldo più punk che rock. D’altronde l’Heineken è il Festival rock dell’estate qui a Milano (al suo interno ha persino 9mila metri quadrati di erba sintetica e anche aree dove interagire durante i concerti) e loro, che sono losangelini e quindi abituati ai concerti all’aperto, non si tireranno certo indietro.
È il primo tour con il chitarrista al posto di John Frusciante. Nuovo per modo di dire: Josh Klinghoffer.
«Lui era l’unica scelta possibile. Era già stato con noi durante il tour di Stadium arcadium e, oltretutto, lo abbiamo visto suonare in tante altre occasioni diverse. Per di più è un batterista maledettamente bravo».
Beh questa è bella: scegliere un chitarrista perché suona bene la batteria.
«Noi siamo più legati al modo di suonare di John Bonham dei Led Zeppelin. Ma lui, ossia Josh, ha un suono che non ti aspetti alla batteria».
Anche i Red Hot Chili Peppers hanno fatto fortuna con il suono che non ti aspetti: una miscela di hard rock, funk, hip hop e qualche volta pure jazz.
«E molto spesso sono gli accordi di ogni singola canzone a condizionare le parole dei testi».
Il titolo dell’ultimo disco non è granché condizionabile: I’m with you, sono con te.
«Era l’unico titolo possibile. Quando Josh ci ha proposto quello, abbiamo tutti pensato la stessa cosa: “Questo è il titolo giusto”».
Questione d’istinto.
«Facciamo tutto per istinto. Anche il viaggio in Etiopia che Flea (il bassista - ndr) e Josh (il bassista - ndr) hanno fatto un paio d’anni fa è nato per istinto. Quello oltretutto è un posto pazzesco: la gente veste in modo assai colorato, il cibo è buonissimo ed è come essere in un altro mondo. Oltretutto ci sono tanti artisti, intellettuali e poeti».


Avete provato a diventare “novellieri” con il singolo The adventures of rain dance Maggie.
«Lì dentro c’è persino un accordo “rubato” a George Harrison dei Beatles. È tutta una sorta di esibizione chitarristica che non è così facile trovare in giro».

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