«Sul Piano rifiuti Veltroni come Bassolino»

(...) dall’opposizione fioccano le critiche. «Questa città - attacca il presidente della Federazione romana di An, Gianni Alemanno, durante la visita al banchetto allestito ieri dal partito in via Doria per la raccolta di firme per il referendum elettorale - sta già vivendo un momento critico con un sindaco a pieno servizio e credo che sarebbe inimmaginabile averne uno a mezzo servizio che faccia il segretario di un partito nascente». L’ex ministro dell’Agricoltura torna poi a invocare «elezioni primarie di tutta la Cdl per eleggere i membri della giunta comunale e provinciale, e successivamente individuare il futuro candidato sindaco di Roma». Una candidatura alla quale Alemanno - che ha già sfidato l’inquilino del Campidoglio alle passate amministrative - non si sottrarrebbe: «Personalmente sono disponibile. Se poi ci fossero altri nomi che aggregano più consenso del mio, sarei pronto a fare un passo indietro».
Sulla questione è intervenuto anche il coordinatore regionale e commissario romano di Forza Italia, Francesco Giro, che ha indirizzato a Veltroni, sotto forma di lettera aperta, un duro atto d’accusa nei confronti dell’amministrazione: «Caro Sindaco - è l’esordio della missiva - fra pochi giorni, da Torino e non dalla nostra (e tua) città di Roma annuncerai la tua discesa in campo alla guida del futuribile Partito democratico delle sinistre unite. Dal tuo modo di amministrare la città, non è uscito e temiamo non uscirà un carattere distintivo che serva a ricordare i tuoi due mandati da sindaco, il primo appena concluso nel 2006, il secondo appena abortito con la tua decisione di fare il primo cittadino part time. O forse vuoi essere ricordato come il sindaco dei balli e dei concerti gratis (che qualcuno ha dovuto comunque pagare!) e del Festival del Cinema. Un po’ poco non credi? Oppure come quello del nuovo Piano regolatore generale, dove le ombre prevalgono sulle luci se è vero che 31mila famiglie romane sono in attesa di avere una casa?». Quindi Giro punta il dito sulla «emergenza rifiuti in cui Roma rischia di cadere nei prossimi mesi e che dimostra che il veltronismo è identico al bassolinismo. Come è noto la Regione Lazio non riesce ad approvare il suo piano rifiuti e Roma con il suo sindaco non si è dimostrata all’altezza di risolvere il problema. Ciò che lascia a bocca aperta è la presa in giro dei romani e la disinvoltura con i numeri come se la trattativa riguardasse solo la politica e non il destino di una città e il benessere dei suoi cittadini, una cosa da gestire fra noi, roba nostra, della politica politicante. E tutto questo accade mentre la discarica di Malagrotta il 31 maggio ha concluso il suo ciclo e ancora raccoglie rifiuti da Roma, accatastati verticalmente per sfruttare lo spazio che ormai non c’è più.

Se queste sono le premesse del tuo modo di governare, caro sindaco, crediamo che gli italiani debbano incominciare a temere per il loro futuro, perché a loro tu non potrai che promettere, se sarai sincero, da Torino (quando annuncerai la tua discesa in campo), una politica dell’ambiguità, priva di una sua precisa identità, costruita unicamente per tenere insieme tutto e il contrario di tutto, con l’unico obiettivo di restare attaccato al potere. Poveri noi».

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