Sull’altalena delle percentuali alla fine si diverte solo Vaccarezza

Sull’altalena delle percentuali alla fine si diverte solo Vaccarezza

(...) la tradizione che vuole i ballottaggi dimenticati dal popolo moderato che non ce la fa proprio a tornare alle urne dopo due settimane. Angelo Vaccarezza guiderà la provincia di Savona nonostante i nonostante.
La sua vittoria è stata netta anche se sudata fino alla fine, per quell’immancabile gruppetto di presidenti di seggio che dopo oltre sei ore non riescono a contare neppure trecento schede segnate soltanto con una croce. Schede da dividere in due mucchietti, o di qua a di là, eppure così «impossibili» da decifrare. Con il procedere dello scrutinio, il vantaggio di Vaccarezza oscilla tra il 53 e il 59 per cento, si assesta a lungo tra il 54 e il 56, ma varia all’arrivo di ogni aggiornamento e tutte le minime scivolate verso quota 50 fanno trattenere il fiato al candidato del centrodestra, già scottato al primo turno da un vantaggio «crollato» appena sotto la soglia della vittoria secca proprio grazie all’arrivo dei risultati degli ultimi seggi.
La vittoria però alla fine arriva ed è anche abbastanza «tranquilla». Soprattutto se analizzata alla luce dei timori della vigilia. Il dato dell’astensionismo, con un’affluenza inchiodata al 45.87 per cento, è una doccia gelata supplementare per il team di Vaccarezza. Soprattutto dai comuni del ponente savonese, quelli più tradizionalmente vicini al centrodestra, il numero dei votanti è in calo. Brutti segnali, che innervosiscono. L’inizio dello spoglio non aiuta la distensione. Ovunque i consensi per Vaccarezza sono in calo in termini assoluti. Michele Boffa, candidato del Pd trasformatosi in paladino della sinistra unita, invece riesce a «tenere», a cedere meno voti, qualche volta addirittura a guadagnare appena. Poi l’avanzata costante, anche nelle zone più difficili, e l’astensionismo che finisce per essere quantomai bipartisan. A scrutinio finalmente chiuso si possono fare i conti: 10 seggi al Pdl (Mauro Demichelis, Andrea Valle, Marco Melgrati, Luca Lettieri, Santiago Vacca, Stefano Parodi, Gianfranco Sasso, Valeria Calcagno, Nicola Viassolo e Fiorenzo Ghiso), 3 alla Lega (Luca Villani, Rosalia Guarnieri e Stefano Nari), 1 alla Dc (Pietro Revetria), mentre l’opposizione sarà presente con gli 8 consiglieri del Pd (Mara Giusto, Sergio Verdino, Marco Russo, Maria Lusia Madini, Lorena Rambaudi, Giovanni Lunardon, Remo Zunino e Guido Di Fabio), 1 dell’IdV (Marco Caviglione) e Giancarlo Garassino dell’Udc.

In termini percentuali Loano non tradisce il suo sindaco, regalandogli un 67,07 dei consensi (il 5 per cento in più del primo turno nonostante i 731 voti in meno), il plebiscito viene celebrato a Massimino il piccolo comune che incorona Vaccarezza con l’81,13 per cento, mentre a Testico l’80,21 per cento è raggiunto grazie alle 73 schede assegnate al candidato del centrodestra (una in più delle 72 del primo turno, decisamente «strappata» a Boffa che scende da 19 a 18). La percentuale più alta per il centrosinistra arriva invece da Quiliano, dove Boffa arriva al 69,91. Ma è Quiliano, la provincia di Savona è un’altra cosa. È azzurra.

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