Un sogno per il futuro? Larte a portata di tutti. È il progetto di Chiara Rapaccini, che vorrebbe far produrre le sue opere a livello industriale, per renderle economicamente accessibili a tutti. Lartista fiorentina, da anni residente a Roma, ha presentato la sua prima esposizione di mobili, visitabile fino al 10 novembre da Spaziosette, in via dei Barbieri. «Rap, a volte non ci sono» è una raccolta di opere in cui linconfondibile stile della Rapaccini si trasferisce dalla carta al legno e al ferro. «Faccio arte applicata - spiega - e non voglio che venga esposta in una galleria. È per questo che ho scelto un negozio di design. Secondo la via italiana arte e funzionalità non possono coesistere; io invece credo di poter essere artista e fare sedie». Per descrivere adeguatamente la mostra di Chiara Rapaccini (il suo studio è in via del Boschetto 61), niente di meglio delle sue stesse parole: «Ci sono i miei mobili antropomorfi e zoomorfi in ferro dipinto a olio, sedie, letti, paraventi e tavolini. Di ciascuno ho scritto un breve racconto, o meglio, un uso di quel mobile consigliato dallartista, per rendere la vita meno grama... la mia vita alle prese con maschi prepotenti, bambine cattive, animali improponibili, sogni, sogni». E a proposito di maschi, non si può non citare il Maestro Mario Monicelli, marito della Rapaccini: «Mario poggia le tazze di caffè sui miei disegni - il commento ironico - chiedendomi cosa siano. Non mi dà molto sostegno, ma sicuramente apprezza il mio lavoro». Come lo apprezza lo stilista Ottavio Missoni, arrivato da Milano appositamente per il vernissage: «Non smetto mai di stupirmi per il grande talento di Chiara, capace di farci tornare bambini con i suoi disegni». Il 26 ottobre, ancora da Spaziosette, sarà presentato il marchio «Rap per Primo Sole». «Primo Sole» è una cooperativa legata alla Asl del Laurentino, che si occupa di disabili mentali.
I pazienti hanno realizzato una collezione di biancheria da casa (tovaglie, tende, sottopiatti) su disegni ideati appositamente dalla Rapaccini. «Uno dei rari casi - commenta lartista - in cui il sociale è associato al design». Il catalogo della mostra è arricchito dalla prefazione enigmatica (o forse enigmistica) di Elio, voce delle Storie Tese.Sull«arte per tutti» ci si può anche sedere
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