Paolo Tagliacarne
Era il 1884 quando Joseph Pennel, artista, e la sua compagna Elisabeth Robins partirono da Londra portandosi dietro il triciclo con cui avrebbero compiuto il primo (parziale) giro turistico d'Italia in velocipede. Giro ricco di incontri, episodi e difficoltà raccontato ed illustrato dai due inglesi nel 1887, pubblicato in Italia da Sellerio editore Palermo nel 2002 con il titolo «L'Italia in velocipede». Titolo originale «An Italian Pilgrimage».
Per il primo Giro d'Italia della Gazzetta, partito il 12 maggio del 1909 si doveva aspettare ancora un quarto di secolo. Da allora il Giro è stato organizzato quasi ogni anno e così anche per quest'anno il "gran carrozzone" è partito, quella allegra e spensierata baraonda itinerante con il suo seguito di giornalisti, televisioni, commentatori e commendatori, curiosi, miss, addetti ai lavori e aspiranti tali, venditori ambulanti e imbonitori a vario titolo, entusiasmo, novità, polemiche, critiche, solite cose, ricordi e naturalmente eroici ciclisti con i loro sogni portati a spasso sulle loro biciclette alate. Quel Giro d'Italia che, chissà perché, parte dal Belgio. Forse che aspiri a diventare Giro d'Europa, nella sua insana e amichevole battaglia col Tour? (e ormai anche con la Vuelta) Chissà! È partito e lo aspettiamo a Milano alla fine di maggio.
«Sono seduto in cima a un paracarro e sto pensando agli affari miei, tra una moto e l'altra c'è un silenzio che descriverti non saprei. E tramonta questo giorno in arancione e si gonfia di ricordi che non so, mi piace restar qui sullo stradone, impolverato, se tu vuoi andare vai...». Così Paolo Conte fermava un attimo di Giro, aspettando Bartali (1979). La bicicletta è la trascrizione dell'energia in equilibrio, l'esaltazione dello slancio, l'immagine visibile del vento. Così definiva la bicicletta Cesare Angeli, scrittore lombardo del '900.
La bicicletta e il ciclismo hanno qualcosa di magico, una inesauribile e magnetica forza attrattiva fin da quando siamo bambini.
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