Luana Cortesi
Il trasporto pubblico continua a perdere utenti mentre aumentano gli spostamenti con i mezzi privati. Ne parliamo con Vincenzo Piso (An), vicepresidente del Consiglio comunale di Roma.
Secondo lAtac i romani risparmierebbero 2000 euro lanno se rinunciassero alla seconda auto, preferendo i mezzi pubblici...
«LAtac-Sta non aveva certo bisogno di finanziare unindagine per scoprire che il mezzo pubblico costa meno di quello privato. Prima, semmai, si individuino le cause del caos, e poi si cerchi di rimuoverle. Questi autorevoli relatori puntano lindice contro lalto tasso di auto e moto che circolano a Roma con un rapporto tra veicoli privati e cittadini di 800 su 1000. Più o meno lo stesso dato di Milano, che però ha un territorio nove volte più piccolo e un quarto della rete viaria della Capitale. Perché a Roma cè il traffico tutto il giorno, mentre a Milano solo nelle ore di punta?».
Lei come affronterebbe il problema?
«Con una programmazione seria e adeguata sulla mobilità, che manca da almeno 15 anni. Questa giunta non è ancora riuscita a trovare il giusto equilibrio tra le due tesi contrapposte dellAci, che considera lauto privata una scelta di libertà, e dellAtac, che vede il mezzo privato come un intralcio al servizio pubblico. Vogliamo dare la colpa ai romani anche per i numerosi problemi tecnici dei Jumbo bus, i famosi 18 metri, o dei Jumbo tram, a rischio ritiro dal servizio perché non idonei? A fine anni Novanta il Comune spese oltre 300 miliardi di vecchie lire per acquistare circa 80 tram nuovi, Rm1 e Rm2, che a seguito di continui disservizi fecero dimezzare lutenza».
Ma sulla mobilità è davvero tutto così sbagliato nella Capitale?
«No, qualcosa si salva. Oggi finalmente stanno arrivando i nuovi treni delle metropolitane. Però si potevano reperire prima, risparmiando tanti disagi ai romani. Inoltre Roma continua a non reggere confronti.
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