New York - La moda americana si schiera con Obama. Trenta degli stilisti che in questi giorni stanno presentando le collezioni della prossima estate sulle passerelle di New York hanno creato modelli e accessori venduti sul sito barackobama.com per raccogliere fondi a favore del primo candidato afroamericano alla Casa Bianca. A promuovere questo endorsment modaiolo è stata Diane Von Furstemberg, presidente della Camera della Moda americana che oltre a creare una borsa pro-Obama, ha mandato in pedana una decina di magnifiche modelle nere insieme con quindici top caucasiche.
Gli abiti a dir la verità non avevano molto a che spartire con questa scelta politica essendo ispirati agli anni Settanta, ovvero al periodo in cui Diane Vreeland, storica direttrice di Vogue Usa, insegnava all’allora ventenne stilista e alla sua migliore amica, Marisa Berenson, che le donne possono fare qualsiasi cosa, perfino andare alle feste in accappatoio e costume da bagno. La collezione era un gradevole cocktail di gonnellone da figlia dei fiori e lussuosi cardigan dorati, calzoni da odalisca e piccoli cardigan maschili, tacchi altissimi e fantasie colorate. Nel backstage però la Furstemberg ha dichiarato: «Sono sempre stata per Hillary, ma quando è stata eliminata ho letto il libro di Barack capendo che la sua elezione sarebbe una svolta enorme per il mondo, non solo per gli Stati Uniti».
Dello stesso avviso Renzo Rosso che ieri è arrivato a New York per assistere alla sfilata di Diesel Black Gold. «Obama rappresenta il cambiamento - ha detto il vulcanico patron di Diesel - mi piace la sua freschezza, è un uomo che ha sofferto e può dare molto a tutti perché l’America resta il Paese delle tendenze». L’uomo che ha fatto fortuna vendendo jeans e T-shirt ovunque nel mondo ha pensato bene di comprare subito una delle magliette con la faccia del candidato democratico.
La stessa T-shirt è stata regalata prima della sfilata Miss Sixty a tutti i collaboratori da Vichy Hassan, direttore creativo del gruppo che ha recentemente acquistato Roberta di Camerino e nel 2008 fatturerà 720 milioni di euro. Nessuno, comunque, si è presentato al lavoro con il modello elettorale preferendo piuttosto indossare il braccialetto nero di charity water, il progetto umanitario per costruire pozzi d’acqua in Etiopia. Miss Sixty ha supportato questa iniziativa benefica con un’importante donazione (ogni braccialetto distribuito in sala rappresenta una persona che per i prossimi 5 anni avrà accesso all’acqua nonostante la siccità) liberata tra l’altro dalle assurde regole della beneficenza americana per cui su 10 dollari donati, 7 vanno alle associazioni e solo 3 ai bisognosi. Chi volesse partecipare all’iniziativa si può connettere a charitywater.org/misssixty, ma probabilmente saranno molto più numerosi quelli che cliccando sul sito dell’azienda (misssixty.com) compreranno in anteprima mondiale una delle T-shirt per la prossima estate in passerella l’altra sera a New York.
La morale di questa storia è una sola: gli stilisti tengono ad Obama ma si buttano sul web come McCain che proprio lì ha trovato il candidato ideale alla vicepresidenza repubblicana: Sarah Palin detta Barracuda.
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