«Sulla Ztl notturna la parola ai residenti»

L’opposizione in centro storico chiede un referendum sul contestato provvedimento

Claudia Passa

Centro «blindato», ora l’opposizione pensa a un referendum. A pochi giorni dall’inaugurazione della «Ztl by night», arriva dai rappresentanti del centrodestra in I municipio una proposta che rischia di cambiare nuovamente le carte in tavola su uno dei provvedimenti più discussi dell’anno. Pur non essendo pregiudizialmente contrari all’idea di tutelare la residenzialità disciplinando in qualche modo gli accessi alle strade della movida, infatti, i leader di An e Forza Italia in centro storico, Federico Mollicone e Yuri Trombetti, bacchettano la mancata concertazione delle nuove disposizioni, parlando dell’«ennesimo provvedimento calato dall’alto senza coinvolgere i cittadini e le categorie interessate». Non solo: se per i cittadini che risiedono nel cuore della Capitale l’attivazione notturna dei varchi può apparire come un toccasana, nelle zone limitrofe che si estendono tutt’attorno alla cintura della Ztl è iniziato l’inferno. Ed è per queste ragioni che gli esponenti della CdL si sono messi al lavoro, e dal giorno in cui il Campidoglio ha donato la «vista notturna» al grande fratello elettronico che vigila sui varchi d’accesso sono alle prese con norme e codicilli per rendere una realtà la proposta di referendum municipale.
Due i quesiti da sottoporre ai cittadini. Il primo: «Siete favorevoli a estendere gli orari della zona a traffico limitato?». E, in caso affermativo, ai votanti dovrebbe essere richiesta la specificazione di una fascia oraria fra tre possibilità: «Dal lunedì al venerdì dalle 6:30 alle 18 e il sabato dalle 14 alle 18»; «dal lunedì al venerdì dalle 6:30 alle 18 e il sabato dalle 23 alle 3»; infine, «dal lunedì al venerdì dalle 6:30 alle 18 e tutte le sere dalle 23 alle 3». Con il secondo quesito, il centrodestra intende invece chiedere ai cittadini del I municipio se sono favorevoli «all’istituzione di un tavolo permanente di concertazione municipale che preveda la partecipazione di rappresentanze delle associazioni dei residenti e delle associazioni di categoria, per esaminare e concordare preventivamente le iniziative intraprese dall’amministrazione comunale e dall’amministrazione municipale rispetto alla viabilità e ad altri progetti urbanistici che interessino il centro storico».
Questo sul piano sostanziale. Quanto all’aspetto formale, Mollicone e Trombetti si rifanno all’articolo 66 del regolamento municipale, che prevede la possibilità di chiamare i cittadini a pronunciarsi in un referendum previa la raccolta di 1.500 firme o il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri. Ma c’è un problema: il regolamento, che porta la data del primo aprile 2004, non ha ancora concluso il suo iter di approvazione. Per cui ai proponenti non resta che appellarsi alla normativa comunale che prevede la costituzione di un comitato per la formulazione del quesito, la raccolta di firme per presentarlo, l’accettazione dello stesso da parte del Campidoglio e solo alla fine l’indizione del referendum.

Lo scoglio procedurale sarebbe superato qualora il parlamentino di via Giulia approvasse con una maggioranza qualificata di due terzi l’idea di chiedere ai cittadini cosa pensano di un provvedimento destinato a cambiare la vita di tutti i giorni, dentro e fuori la Ztl. Ma i soli voti dell’opposizione non bastano. E che qualcuno nella maggioranza ci metta la sua parte di buona volontà, non è affatto scontato.

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